È possibile bloccare i raggi solari? In America studiano come farlo con i vulcani

Ancora una volta la Geoingegneria è la protagonista e con questo metodo gli Usa vorrebbero provare a contrastare la crisi climatica e l’aumento delle temperature. Si parla di bloccare i raggi solari, però la tecnica è più simile a quel che accade dopo un’eruzione vulcanica.
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Mattia Giangaspero 3 Luglio 2023

Si tratta di uno studio americano portato avanti direttamente dalla Casa Bianca che ha lo scopo di arginare il cambiamento climatico. Il fine ultimo è lo stesso dell'esperimento sulle nuvole di cui ti avevamo già parlato qui.

Questa volta però il protagonista è il sole, o meglio sono i raggi solari. L'idea del governo Usa è quello di bloccarli, letteralmente per modificarne la radiazione solare. I ricercatori interni alla Casa Bianca e anche quelli esterni, interpellati dal governo hanno indicato che si tratti però di un'operazione molto rischiosa.

"Gli effetti collaterali di una tale mossa sono sconosciuti, e potrebbero includere un’alterazione della composizione chimica dell’atmosfera".

A quanto riportato però la stessa Casa Bianca ha risposto indicando di voler proseguire con la ricerca: 

"Un programma di ricerca sulle implicazioni scientifiche e sociali della modifica della radiazione solare (Srm) consentirebbe decisioni più informate sui potenziali rischi e benefici dell’SRM come componente della politica climatica, insieme agli elementi fondamentali della mitigazione e dell’adattamento delle emissioni di gas serra ”

Ora andiamo ad approfondire bene in cosa consiste questo sistema che vuole "bloccare i raggi solari".

Si tratta di uno dei metodi che costituiscono la geoingeneria e che è molto simile all'eruzione vulcanica. In sostanza quando un vulcano erutta genera una gigantesca colonna di cenere e gas che, raggiungendo i 50 km di altezza, inietta in stratosfera un’enorme quantità di gas e particelle di materiale vulcanico.

Questo gas solforico raggiunge i livelli più alti dell'atmosfera e si trasforma in aerosol, ovvero una sospensione di particelle liquide o solide in aria. Questo aerosol contiene solfati in grado di schermare la radiazione solare incidente.

Ovviamente maggiore è la quantità di materiale iniettato in atmosfera, maggiore sarà l’effetto-schermatura e dunque il raffreddamento del volume di atmosfera sottostante.

Quindi l'idea è quella di aumentare a livello esponenziale la presenza di aerosol nella stratosfera in modo tale da riflettere i raggi del sole lontano dalla Terra.

Tra i gas vettore considerati dagli studiosi vi sono l'anidride solforosa e l'idrogeno solforato. Secondo alcune stime, "un kg di zolfo ben posizionato in stratosfera compenserebbe approssimativamente l'effetto di riscaldamento di diverse centinaia di migliaia di kg di anidride carbonica".

I problemi principali sono logistici (la quota di iniezione elevata ed i mezzi con cui portare le particelle in quota) ma anche fisici: in quest’ultimo caso per esempio bisogna considerare che il tempo di residenza in atmosfera per i composti dello zolfo è molto basso, dunque per garantirne la loro persistenza ed assicurare una schermatura duratura nel tempo, è necessario iniettare continuamente particelle e dimensionarle adeguatamente.