Ecco perché l’Europa richiede sempre più energia per il raffreddamento

Non è il Continente che cresce più di tutti nella domanda di energia, ma l’Europa sarà in cima alla classifica per consumi energetici e soprattutto per raffreddare ambienti e spazi. Il riscaldamento globale porta come conseguenza l’aumento delle temperature e anche i posti più freddi al mondo, non lo sono come un tempo. Qual è la giusta soluzione?
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Mattia Giangaspero 17 Luglio 2023

Limitare l'aumento della temperatura media globale a 1,5 °C è sempre più fuori portata. Nello studio della Nature Sustainability viene mostrato quale possa essere l'impatto della domanda di raffreddamento globale se si dovesse vivere in un ambiente più caldo di quel famoso aumento di 1,5 °C. Il range preso in questione va da 1,5 gradi a 2 gradi in più rispetto a ora. Cosa può accadere?

L'aumento del caldo estremo sta già determinando una crescita, senza precedenti, della domanda di raffreddamento, con l'energia necessaria (solo per il raffreddamento) entro il 2050 che, secondo lo studio citato, si prevede sarà equivalente alla capacità elettrica combinata di Stati Uniti, Unione Europea e Giappone dell'anno 2016 . Ma quanto raffreddamento in più sarebbe necessario se il limite di 1,5 °C indicato dall'Accordo di Parigi venisse superato?

In questo studio sono stati sviluppati 2.100 scenari diversi, attraverso un modello di calcolo chiamato HadAM4, che si basa a livello temporale sugli aumenti delle domande di energia da raffreddamento avute tra il 2006 e il 2016.

In base a quell'arco di 10 anni in cui alcune Nazioni, più di altre, hanno aumentato la richiesta di energia e in base anche ad altri studi che identificano i luoghi con il maggior aumento delle temperature, si è riuscito a mostrare che l'Africa sarà il Continente dove la richiesta crescerà più velocemente rispetto al resto del mondo, ma che il Continente in cima a questa classifica sarà l'Europa con nazioni quali Svizzera, Norvegia e Regno Unito che richiederanno sempre più ‘energia fredda'.

La top ten si completa con Finlandia, Svezia, Austria, Danimarca, Belgio, Canada e Nuova Zelanda. L’Italia è al 40° con un incremento del 13,1% dei ‘Cooling Degree Days‘ (CDD), ovvero il numero dei giorni in cui è richiesto il raffreddamento.

Supportati da questi risultati, sosteniamo quanto siano necessari interventi di adattamento climatico immediati e senza precedenti in tutto il mondo per essere preparati a un mondo più caldo – commentano i ricercatori dello studio 

Quindi, in primo luogo questo lavoro indica chiaramente che ogni piccolo aumento del riscaldamento globale influenzerà l'esposizione al calore e la domanda di raffreddamento in tutto il mondo, determinando la necessità di un adattamento immediato, senza precedenti e localizzato. Stati che si trovano al Nord e al Sud spingeranno sempre più verso l'aumento dell'energia da raffreddamento. In secondo luogo l'attuale pianificazione e attuazione delle politiche energetiche e climatiche in tutti i Paesi deve essere progettata per essere preparata e costruire la resilienza a un clima locale più caldo.

È importante riconoscere che il drammatico, e spesso iniquo, aumento della domanda di raffreddamento non può più essere ignorato, ma piuttosto essere affrontato attraverso le leve socio-tecniche del cambiamento , che supportano soluzioni olistiche sostenibili.

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