Dopo Los Angels negli Stati Uniti e Haywards Heath in Inghilterra, anche Edimburgo aderisce al Plant Based Treaty, il trattato internazionale con con cui già altre 19 città nel mondo si sono impegnate a ridurre i consumi di carne. La città scozzese diventa così la prima capitale europea a firmare il documento che riconosce la produzione alimentare animale come una delle prime cause delle emissioni di CO2.
Nato come complemento all'accordo siglato dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) a Parigi, il Plant Based Treaty punta infatti a mettere i sistemi alimentari al centro della lotta contro la crisi climatica limitando i danni causati dall'agricoltura alimentare al Pianeta. Come? Attraverso l'adozione di diete più sane, sostenibili e a base vegetale.
Tutto è iniziato quasi un anno fa quando il consigliere dei Verdi Steve Burgess presentò al Consiglio comunale della città la proposta dell'adesione al trattato. In quell'occasione si decise di avviare uno studio sull'impatto che l'applicazione del documento avrebbe avuto in termini di emissioni e inquinamento.
Gli esiti di questo studio sono stati pubblicati lo scorso 13 gennaio e hanno mostrato come cibo e dieta siano la fonte di quasi un quarto (23%) dei consumi della città di Edimburgo. Nello specifico con il consumo di carne è la causa del 12% delle emissioni prodotte dalla città.
La relazione è stata così presentata a metà febbraio 2023 al Comitato per le politiche e la sostenibilità come base del voto all'adesione che è passata con 12 voti favorevoli e 5 contrari.
Il rapporto riconosce che "le diete ad alto contenuto di proteine vegetali e a basso contenuto di carne e latticini comportano minori emissioni di gas serra e che, di conseguenza, lo spostamento del consumo verso diete a base vegetale ha un grande potenziale di mitigazione". Si afferma inoltre che: "Nel complesso, la scienza è chiara: il consumo di carne e latticini deve ridursi per raggiungere gli obiettivi climatici".
Difatti il trattato tra i suoi punti prevede anche l'aggiornamento delle linee guida alimentari e dietetiche del governo per promuovere il cibo integrale a base vegetale e "la transizione verso piani alimentari a base vegetale nelle scuole, negli ospedali, nelle case di cura, nelle prigioni e nelle istituzioni governative".
Un cambiamento radicale che però il leader del Consiglio Cammy Day ha cercato di mitigare rassicurando sul fatto che la sottoscrizione del trattato non implichi l’eliminazione istantanea della carne dai menu di scuole ed altri luoghi pubblici della città. Day ha ribadito che sebbene si incoraggerà la scelta di alternative a base vegetale rimarrà ancora la possibilità di optare per piatti a base di carne.
L'adesione al Plant Based Treaty è stata sostenuta dai Verdi, i Laburisti e il Partito Nazionale Scozzese, ma non dai conservatori. Tra le obiezioni sollevate alla decisione del Consiglio comunale la principale riguarda il ruolo insostituibile che la carne avrebbe nella crescita dei bambini.
Ad esempio Miles Briggs dei Tory ha dichiarato: "Gli alunni delle scuole – riporta l'Edimburgh News – dovrebbero avere la possibilità di scegliere la carne per il loro pranzo, poiché essa svolge un ruolo cruciale in una dieta equilibrata e nel loro sviluppo fisico. Questo è l'ennesimo esempio di un'agenda politica che viene introdotta nelle nostre aule a scapito di ciò che conta davvero: il benessere e la salute dei nostri giovani"
Gli obiettivi del Plant Bases Treaty sono molto chiari:
Per realizzare questa rivoluzione ambientale il trattato internazionale prevede tre concetti chiave:
Fino ad oggi il trattato è stato sottoscritto da 20 città, oltre mille organizzazione, più di 1.100 aziende e circa 73.910 singoli individui.