Energia dagli scarti del vino: il progetto di economia circolare che nasce dal prosecco

Delle particolari cellule fotovoltaiche in grado di sfruttare gli scarti della lavorazione del prosecco per mimare il processo di fotosintesi clorofilliana e generare così energia pulita. È l’innovativo brevetto che ora, grazie alla collaborazione tra l’Università Ca’ Foscari e l’azienda Serena Wines 1881, potrà essere prototipato aprendo la strada a una nuova frontiera nel campo dell’economia circolare.
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Sara Del Dot 23 Ottobre 2019

Del prosecco non si butta via nulla. A maggior ragione se può servire a generare energia pulita. Potrebbe riassumersi così l’accordo siglato pochi giorni fa da Università Ca’ Foscari Venezia e l’azienda produttrice di prosecco Serena Wines 1881. Un accordo che sancisce l’inizio di una collaborazione all'insegna dell'economia circolare, in cui potrà essere prodotta energia pulita a partire dagli scarti della lavorazione del vino.

Come può funzionare un progetto del genere? In pratica, l’idea è quella di realizzare in laboratorio delle innovative celle fotovoltaiche in grado di sfruttare il colorante presente nella “feccia”, ovvero lo scarto derivante dalla produzione del vino, per produrre energia pulita. Il progetto si basa su un brevetto che era già stato depositato lo scorso maggio in cui erano venute alla luce queste celle di Gräetzel in cui questo colorante è in grado di catturare la luce del sole trasmettendo elettroni a un semi conduttore, proprio come se fosse in atto una fotosintesi clorofilliana.

L’accordo sottoscritto tra il rettore della Ca’ Foscari, Michele Bugliesi e il presidente di Serena Wines 1881, Giorgio Serena, consentirà di avviare la prototipazione di questa invenzione, già supportata dall’Unione europea attraverso il programma Fse, gestito dalla Regione Veneto. Per vederne i risultati, non ci resta che aspettare.