Entro il 2150 Venezia e Piazza San Marco saranno sotto il livello del mare, non ci credi? Ecco lo studio INGV

Sprofondamento del terreno, erosione costiera, arretramento delle spiagge e inondazioni marine: questo sarà lo scenario a Venezia entro il 2150. Ma esistono delle soluzioni, tra queste la più importante è coinvolgere la cittadinanza.
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Francesco Castagna 20 Giugno 2024

Fra circa 100 anni non basterà nemmeno più il ticket d'ingresso per la città di Venezia. Il famoso "Venezia è bella, ma non ci vivrei", potrebbe diventare realtà molto prima di quanto immaginiamo.

Un nuovo studio dell'Istituto nazionale di Geologia e Vulcanologia ci mette davanti a una realtà che sappiamo da tempo, ma fingiamo che non accada: entro il 2150 diverse aree della città di Venezia finiranno sotto il livello del mare. Tra queste, anche il luogo simbolo della città: Piazza San Marco. Se ancora non ci credi, sappi che i ricercatori hanno visto come "l'aumento del livello marino, in particolare se questo viene accelerato localmente dalla subsidenza, sta causando erosione costiera, arretramento delle spiagge e inondazioni marine sempre più gravi e diffuse con impatti ambientali e socio-economici molto importanti sulle popolazioni costiere". Quali sono le soluzioni da prendere quindi? 

Le soluzioni

Secondo lo studio, c'è bisogno di una maggiore partecipazione da parte di tutti gli attori in causa (la cittadinanza, le istituzioni, gli scienziati, gli ingegneri, gli architetti, le aziende etc.) per trovare insieme una serie di soluzioni che riguardino sia l'adattamento ai cambiamenti climatici: come la costruzione di una città a un livello più alto, la realizzazione di argini o, nei casi più estremi, l'attuazione di politiche di ricollocamento della cittadinanza verso zone più d'entroterra. Le soluzioni devono essere prese via via, in base alla criticità della situazione. Il MOSE è uno degli ultimi esempi di come le strutture possano aiutare l'uomo a convivere con la natura in alcune aree specifiche. Anche se, come ci aveva spiegato Umgiesser, il MOSE è in grado di sopportare le attuali mareggiate e non quelle che si potrebbero verificare con un livello del mare più alto a causa dell'aumento di temperatura oltre la soglia di 1,5°C.

Un'altra soluzione, forse la più estrema, è la tesi portata avanti da alcuni scienziati secondo cui bisognerebbe chiudere lo Stretto di Messina e il Canale di Suez.

Nel frattempo, gli autori dello studio INGV hanno mostrato ciò che era già stato anticipato dall'IPCC: gli effetti dell’innalzamento del livello del mare aumenteranno nei prossimi decenni, ed entro il 2150 arriveranno a circa 1,5 metri. Ciò significa che Piazza San Marco potrebbe sprofondare di circa 70 centimetri sotto il livello del mare, a causa della subsidenza, un fenomeno per cui, anche per cause antropiche, il terreno potrebbe sprofondare rispetto al livello attuale.