Capita di passeggiare in campagna o in una zona lontana dal traffico cittadino e sentire all’improvviso quell’odore intenso di erba appena tagliata. Un odore che si sprigiona non appena metti in moto il tagliaerba o la falciatrice e che permane anche molto tempo dopo che il taglio è avvenuto, direttamente dal cumulo di fili verdi abbandonati a mucchi sul prato.

Ci sono persone a cui questo odore piace particolarmente, magari perché riporta loro indietro nel tempo nel corso di lunghe estati passate in spazi verdi e ambienti agricoli, ad altre invece non piace per nulla perché troppo pungente e particolare.

Quello che quasi nessuno sa è che quello che chiamiamo “profumo di erba appena tagliata” in realtà è composto dalla molecola C6H10O e cela dietro di sé una spiegazione quasi “dolorosa”. Eh sì, perché quell’odore viene sprigionato dalle piante come una sorta di “grido d’aiuto”, un modo per segnalare che sta accadendo qualcosa di sbagliato e che le pone in condizione di stress. In pratica, non potendo parlare o muoversi l’unico modo per avvisare gli altri esseri viventi di un pericolo imminente è emanare composti organici volatili come appunto questa molecola. Un meccanismo di difesa che si basa sullo stesso principio per cui i fiori rilasciano un buon profumo per attirare gli impollinatori.

Una vera e proprio forma di comunicazione silenziosa, che gli scienziati da anni si stanno occupando di studiare per comprenderne meglio il funzionamento. Quindi, la prossima volta che inspiri a pieni polmoni quell’odore di fili d’erba recisi pensa a cosa stanno cercando di dire!