Eseguito un trapianto di fegato senza mai interrompere la circolazione del sangue: è la prima volta in Italia

Un intervento innovativo, fondamentale per poter preservare le funzioni dell’organo e salvare la vita alla paziente, una giovane donna che nel giro di una ventina di giorni è stata dimessa in buone condizioni di salute.
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Giulia Dallagiovanna 22 Febbraio 2024
* ultima modifica il 10/03/2024

È la prima volta in Italia: un trapianto di fegato eseguito senza mai interrompere la circolazione sanguigna all'interno dell'organo durante il passaggio da donatore a ricevente. Si tratta di un intervento innovativo che permette di preservare al meglio le condizioni e le funzioni del fegato che dovrà salvare la vita del paziente. Ad occuparsene, il centro Trapianti d'organo dell'Ospedale Policlinico San Martino, di Genova.

Come forse saprai, il trapianto di fegato è un'operazione che permette di sostituire un organo non più funzionante con uno sano, per risolvere la condizioni di insufficienza epatica che mette in pericolo la vita stessa del paziente. Si tratta, per fortuna, di un'operazione con elevate probabilità di successo, ma che richiede comunque una procedura complessa e non senza rischi. Tra le possibili complicanze vi è ad esempio la formazione di coaguli di sangue o il rigetto dell'organo.

Nel momento in cui viene inserito nel corpo del ricevente, il fegato viene anche collegato ai vasi sanguigni e ai dotti biliari. In questo caso, il donatore era una persona obesa con steatosi e dunque c'era il rischio che, interrompendo la circolazione per l'intervento, l'organo non avrebbe ripreso le sue funzioni in modo corretto. Ed è qui che subentra la novità di questa operazione, eseguita da un team diretto dal dottor Enzo Adorno. L'organo infatti è rimasto costantemente irrorato dal sangue e dunque mai a corto di ossigeno o nutrienti. Ha inoltre mantenuto la stessa temperatura durante tutta la fase dell'espianto e del reimpianto, consentendo al corpo del ricevente di accogliere più facilmente la parte nuova.

Tutto questo è stato possibile grazie all'impiego di un macchinario per la perfusione degli organi, che ha permesso di ridurre il rischio di danneggiamento dell'organo durante l'intera procedura e di garantirne una migliore conservazione. Il fegato ha quindi ripreso subito la sua attività appena impiantato e collegato al corpo del ricevente.

L'operazione è stata eseguita lo scorso 8 gennaio e la paziente, una giovane donna, è rimasta in Terapia Intensiva per "sole" 72 ore. Nel giro di una ventina di giorni, ha potuto anche essere dimessa dall'ospedale in buone condizioni di salute.

Fonte| Ospedale Policlinico San Martino

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