
Ricordi il film cult, firmato da Steven Spielberg "Jurassic Park"? Ora il sogno di riportare in vita gli animali estinti potrebbe diventare realtà. Ti starai chiedendo come è possibile. La parola che devi memorizzare è Crispr. Si tratta di una tecnica di editing genomico, conosciuta anche come "taglia e incolla del DNA": in sostanza, un intervento di precisione che consente la correzione mirata di una sequenza di DNA. Come riporta il sito americano Cnet, alcuni biologi stanno cercando di inserire i geni dei progenitori estinti in alcuni discendenti attuali per farli rivivere, anche se non esattamente uguali a quelli del passato.
Uno di loro è George Church, dell'Università di Harvard, che, studiando dei resti ritrovati nella tundra artica, è riuscito a decodificare il genoma del mammut, animale estintosi circa 4 mila anni fa. L'intento dello scienziato è ricreare attraverso il Crispr un ibrido tra il mammut e l'elefante asiatico attuale, che è a rischio di estinzione: le due specie infatti hanno in comune il 99,96% del genoma. L'animale risultante, spiega il ricercatore, potrebbe vivere a meno 40 gradi. Ma non si tratterebbe a tutti gli effetti di un mammut redivivo, bensì di un esemplare che assomiglierebbe a un mammut, dal momento che lo scopo dello studio è prima di tutto salvare l'elefante asiatico.
Altro caso è quello del biologo Ben Novak della Revive & Restore, organizzazione no-profit impegnata nell'incrementare la biodiversità sul pianeta attraverso proprio la tecnica del Crispr. Il suo obiettivo è far rivivere il piccione migratore, il cui ultimo esemplare è morto allo zoo di Cincinnati nel 1914. Al momento è riuscito a manipolare il DNA di un parente stretto moderno, ma la modifica è stata ottenuta solo in uno spermatozoo su centomila. Il suo lavoro è ancora all'inizio.
Infine, ci sono i ricercatori dell'Università di Melbourne, in Australia, che puntano a riportare in vita la tigre della Tasmania, un marsupiale, molto simile nell'aspetto a un cane, estintosi nella prima metà del Novecento. Per farlo gli esperti australiani stanno tentando di inserire il suo genoma nel numbat, il suo parente più stretto ancora in vita.