
Un rivoluzionario farmaco per la ricrescita naturale dei denti ha raggiunto una fase chiave del suo sviluppo: è iniziato il primo trial clinico sull’uomo. Dopo anni di studi su modelli animali, la terapia, messa a punto da un team giapponese, apre nuove prospettive per chi ha perso i denti o ne è privo dalla nascita.
Il trattamento si basa su un anticorpo monoclonale progettato per inibire il gene USAG-1, un regolatore naturale che blocca la crescita di nuovi denti. In condizioni normali, questo gene impedisce lo sviluppo di denti soprannumerari una volta completata la dentizione. Tuttavia, alcune specie animali – come gli squali – sono in grado di far ricrescere continuamente i denti grazie alla presenza di gemme dentarie dormienti.
Gli scienziati giapponesi ritengono che anche nell’essere umano esista una “terza serie” di gemme dentarie, che può essere riattivata con la giusta stimolazione genetica. Inibendo USAG-1, il farmaco consente l’attivazione delle proteine morfogenetiche ossee (BMP), stimolando così la formazione di nuovi denti in modo naturale.
Nella prima fase di sperimentazione, il farmaco viene testato su pazienti adulti con la mancanza di un solo dente. L’obiettivo iniziale è valutare la sicurezza della terapia, prima di passare alla verifica della sua efficacia su larga scala. In futuro, il trattamento potrebbe essere destinato a bambini affetti da anodontia, una condizione congenita che impedisce la formazione di uno o più denti permanenti.
Se i test daranno esito positivo, questa terapia potrebbe essere utilizzata anche per chi ha perso denti a causa di traumi, carie o malattie parodontali, offrendo un’alternativa naturale alle protesi dentarie.
Il progetto mira a rendere disponibile il trattamento entro il 2030. Una sfida ancora aperta è la previsione esatta del punto in cui i nuovi denti cresceranno e della loro forma. Tuttavia, i ricercatori sono fiduciosi che questi aspetti possano essere gestiti attraverso tecniche mirate e interventi minimi, rendendo la ricrescita dentale un’opzione sicura, efficace e meno costosa rispetto agli impianti artificiali.
Il farmaco giapponese rappresenta un potenziale punto di svolta per l’odontoiatria. Se confermato dalla sperimentazione clinica, potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui affrontiamo la perdita dei denti, permettendo la rigenerazione naturale dell’intera dentatura con un trattamento innovativo e non invasivo.