Fertilizzanti sintetici, un nuovo studio conferma che producono il 2,1% delle emissioni globali di gas serra

Un nuovo studio dell’Università di Torino ha confermato il danno a livello di impatto ambientale dei fertilizzanti sintetici.
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Francesco Castagna 21 Dicembre 2022

Ti sei mai chiesto se i fertilizzanti sintetici inquinino l'ambiente? La risposta è sì, contribuiscono alle emissioni di gas serra. A Torino un team di ricercatori, guidato da un team di ricercatori dell'Università di Torino, in collaborazione con i laboratori di Greenpeace all'Università di Exeter.

Di recente ti abbiamo parlato della loro pericolosità sugli alimenti, se su frutta e verdura risultano quantità eccessive di questi prodotti, o se i prodotti sono stati ritirati dal commercio e vengono ancora utilizzati.

Ora la ricerca pubblicata su Nature Scientific reports si aggiunge all'insieme di studi che dimostrano che l'utilizzo di questi prodotti debba essere ridotto progressivamente, in favore di soluzioni ecosostenibili.

Il sistema agroalimentare globale si sostenta grazie soprattutto all'utilizzo di una sostanza: l'azoto sintetico (N), questa viene utilizzata in tutto il mondo per aumentare la resa delle colture. In pratica però il suo utilizzo comporta una serie di problemi, legati alla produzione, al trasporto e all'uso in campo.

Gli autori dello studio hanno scoperto, dopo diverse analisi, che la filiera dei fertilizzanti N sintetici "è stata responsabile di emissioni stimate pari a 1,13 GtCO2e nel 2018". Cifre, queste, che rappresentano il 10,6% delle emissioni agricole ed esattamente il 2,1% delle emissioni globali di gas serra.

Inoltre, la produzione di fertilizzanti N sintetici ha rappresentato il 38,8% delle emissioni totali associate ai fertilizzanti N sintetici, "mentre le emissioni in campo hanno rappresentato il 58,6% e il trasporto il restante 2,6%", affermano gli autori.

“Possiamo produrre cibo a sufficienza per una popolazione in crescita con un contributo molto minore alle emissioni globali di gas serra, senza compromettere le rese", ha detto l'autore dello studio Stefano Menegat dell'Università di Torino.

Tra l'altro, l'analisi rivela anche che i primi quattro emettitori, Cina, India, Stati Uniti e l'Unione Europea, rappresentano il 62% del totale delle emissioni.

Come ridurre i fertilizzanti

Quello che hanno fatto i ricercatori della pubblicazione è un lavoro certosino, poiché hanno dato vita al più grande database di dati disponibili per quanto riguarda le emissioni di N₂O nel suolo.

Ma come ridurli? Sicuramente diminuendo l'agricoltura e gli allevamenti di tipo intensivo, poi procedendo con una regolamentazione a livello comunitario e poi globale, attraverso delle pratiche agricole e tramite la riduzione di carne e prodotti lattiero-caseari.