
Le api, quei piccoli insetti fondamentali per l'intero ecosistema, hanno sofferto per il caldo registrato nel mese di febbraio. I gradi toccati nelle zone fredde, prendi come esempio gli oltre 20 raggiunti in Antartide, non sono una situazione sostenibile per diverse specie animali e vegetali. Le giornate con temperature fuori dalla norma stanno provocando alle api un risveglio anticipato: i numeri di Coldiretti parlano di 50 miliardi di api tornate prematuramente in attività dopo l'inverno.
Una vera e propria finta primavera che rischia di ingannare la specie. Gli effetti di un inverno non troppo freddo, unito al risveglio anticipato delle api, sono la conseguenza dell'aumento delle temperature in Italia con media superiore a 1,65 gradi stando ai dati offerti dall'Isac (Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima) con la collaborazione del Cnr. Il lavoro delle api è quindi iniziato, con i processi di impollinazione e bottinatura (volano per raccogliere nettare e polline), ma il rischio adesso è il ritorno del freddo. L'eventuale congelamento dei fiori potrebbe farle morire con conseguenti problemi per la produzione del miele.
Se le api rischiano di essere decimate da una possibile ondata di maltempo, il clima mite ha invece causato la presenza della cimice asiatica. L'insetto è stato definito il killer dei raccolti poiché in grado di devastare i campi e i frutteti. Coldiretti ha parlato di un danno in Italia per 48mila aziende che supera i 740 milioni di euro.