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Food marketing, l’Oms chiede nuove leggi per difendere i bambini dalle pubblicità di merendine e snack

Nelle sue nuove linee guida l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha invitato i singoli governi a limitare attraverso nuove leggi le pratiche di food marketing rivolte ai bambini: influenzerebbero i loro gusti verso alimenti ricchi di grassi e zuccheri, mettendo a rischio la loro salute.
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Maria Teresa Gasbarrone 4 Luglio 2023
* ultima modifica il 04/07/2023

Pubblicità di merende golose con protagonisti allegri personaggi animati, ma anche confezioni di dolcetti o snack salati con all'interno la tanto ambita "sorpresa", di solito un giochino o una figurina. Sono tutte strategie di "food marketing" o "marketing alimentare" utilizzate dai brand di prodotti alimentari per i bambini, ma che secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), allo stato attuale, metterebbe a rischio la salute – presente e futura – dei più piccoli.

Per far fronte a questo rischio, l'Oms ha appena adottato una nuova linea guida per proteggere i bambini dall'impatto dannoso del marketing alimentare. Il testo, che aggiorna le precedenti linee di dieci anni fa, raccomanda ai Paesi di attuare politiche più restrittive e stabilire per legge limiti alle campagne di marketing di alimenti e bevande analcoliche cosiddetti "HFSS" – ovvero "high in fat, salt and sugar". Si tratta di tutti quei prodotti ad alto contenuto di acidi grassi saturi, acidi grassi trans, zuccheri liberi e/o sale.

Il food marketing condiziona le abitudini alimentari

L'Oms punta il dito soprattutto contro alcune strategie di food marketing che cercano di catturare soprattutto l'emotività dei bambini. Nello specifico, l'ente sovranazionale  invita i singoli governi a fissare per legge a bloccare quelle che usano cartoni animati o tecniche che attraggono i bambini, come l'inclusione di giocattoli nelle confezioni, o le pubblicità con canzoni e sponsorizzazioni di celebrità.

Secondo gli esperti dell'Oms, infatti, il marketing avrebbe il potere di condizionare le abitudini alimentari dei più piccoli, indirizzando i loro gusti verso scelte alimentari a lungo andare dannose per la loro salute.

Secondo la revisione compiuta dall'Oms il marketing alimentare dei prodotti meno salutari si farebbe più intenso proprio in quei contesti in cui è più probabile intercettare i bambini.

Ne sono un esempio gli ambienti in cui i bambini si riuniscono, come le scuole e i club sportivi. Ma anche le fasce orarie televisive pomeridiane o i canali per bambini. Così come  i giovanissimi vengono intercettati tramite le piattaforme digitali o nelle riviste rivolte agli adolescenti.

Le categorie di alimenti più frequentemente commercializzate sono state i fast food, le bevande zuccherate, il cioccolato e i dolciumi, gli spuntini salati e salati, i prodotti da forno e gli snack dolci, i cereali per la colazione e i dessert.

Fonte | Oms

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