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Forestami: “La forestazione urbana è anche un cambiamento culturale. Stiamo partendo dalla scuola”

Molti studi fanno presente come in un ambito urbano fortemente popolato la presenza di spazi verdi o di singoli piante hanno un impatto sulla qualità della vita della popolazione. Servono almeno 500mq di verde per persona in una grande città. Considerando il tessuto urbano delle più grandi città di Italia, questo dato diventa indicativo, per non dire falsato, perché non si può più stravolgere il tessuto urbano. Quel che possiamo fare invece è rendere questo tessuto urbano più resiliente e più sostenibile dal punto di vista del verde. E per far questo c’è un progetto che in Italia sta prendendo piede da qualche anno è ha un compito ben preciso: “Forestami”.
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Mattia Giangaspero 21 Marzo 2023
Intervista a Maria Chiara Pastore Direttrice scientifica di Forestami

Non poteva mancare un nostro approfondimento, durante la giornata internazionale delle foreste, su quanto sia importante il concetto di riforestazione urbana per contraste il cambiamento climatico, ma non solo. Per questo motivo noi di Ohga abbiamo pensato di sentire la Dottoressa Maria Chiara Pastore, Direttrice scientifica di Forestami, un progetto promosso da Città metropolitana di Milano e dalla Regione Lombardia di riforestazione cittadina. L'obiettivo del progetto è quello di arrivare al 2030 con 3 milioni di alberi in più piantati in tutta l'area di interesse. Ci troviamo a inizio 2023 e fino a ora gli alberi piantati sono 427.475. 

Nel 2023 qual è il vostro obiettivo?

"Piantare e rendere sempre più in salute gli alberi. Dobbiamo collaborare sempre più con il pubblico affinché si riesca sempre più a piantare alberi anche all’interno della città di Milano."

Il progetto di Forestami, da quando è partito fino a oggi, che impatto sociale ha avuto sui cittadini che hanno toccato con mano la riforestazione urbana dei loro quartieri?

"La prima sensazione che abbiamo avuto da subito è che  la gente appena ha visto i primi alberi piantati ha iniziato a vivere questa richiesta di cambiamento. È come se la riforestazione urbana sia diventata necessaria non solo per la lotta al cambiamento climatico, ma anche a livello sociale.  E anche adesso continua a esserci moltissima attesa nell’aspettare la messa a dimora di alberi e arbusti, soprattutto in alcuni luoghi. Da poco è nato anche un ulteriore progetto che si chiama  “Custodiscimi”. Un progetto  che serve per amplificare il contributo del cittadino per la riforestazione urbana. In che modo? Noi affidiamo, a chi lo richiede, alberi giovani che vengono curati fino a quando troveranno il loro habitat dove poi verranno ovviamente piantati. Le scuole, in questo, hanno contribuito maggiormente e anzi gli alberi vorrebbero anche tenerli. C’è quindi anche tanto fascino dei percorsi che ci sono dietro questo processo."

Non nascondo però la difficoltà che stiamo riscontrando nell’immaginare questo cambiamento nei viali cittadini. Al posto di un parcheggio vogliamo mettere un albero, ma qui la società si spacca in due. Ci sono cittadini contenti e altri che non accettano ancora che il parcheggio venga perso, come se fosse loro. Non si riesce a immaginare che ci possa essere un albero in futuro. Abbiamo il dovere di lavorare sul fatto che questa concezione cambi perché il verde è tanto importante quanto il parcheggio nella città."

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E su questo fronte, del verde e dei parcheggi, volevo farLe una domanda. Qual è l’iniziativa che state portando avanti per attuare questa trasformazione urbana? Perché, soprattutto nel caso di Milano, il cambio dell’uso dell’area, da parcheggio a verde, potrebbe rivoluzionare lo strato urbano della città.

"Una delle attività che facciamo è quella di fare programmi di formazione agli abitanti per far capire quanto è importante avere alberi in città. Sembra un’affermazione banale e scontata perché tutti pensano a quanto sia importante avere alberi in città, ma poi il passaggio all’applicazione in questo caso manca ancora. È difficile pensare all’ultimo step cioè quello di vedere gli alberi nel concreto.

Non solo però, stiamo studiando l’azione di sviluppo del verde urbano anche delle altre città e dei comuni che coinvolgono la cittadinanza attiva. Abbiamo anche il progetto di “Scuola forestamiper lavorare con ragazzi e bambini di tutte le età. Con il Comune di Milano e gli altri Comuni dell’area metropolitana lavoriamo per il reperimento delle aree. Un lavoro molto importante per noi perché immaginiamo che questa non sia una trasformazione che abbia frutti un anno per l’altro, ma che attivi un grande processo di trasformazione con obiettivo 2030."

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Sull’individuare le aree, voi fornite una mappa dei vari progressi di forestazione urbana e si nota come Milano centro è un po’ più vuota rispetto a fuori. Avete già in mente quindi un’area dove credete sia necessaria una riforestazione urbana urgente come prossimo obiettivo della città?

"L’interno di Milano vede sicuramente una maggiore densità di costruzione, quindi pensiamo che i progetti futuri in questo caso possano riguardare più le siepi, i vialoni lunga le strade, ma anche le corti. Ad esempio la parte storica di Milano è strutturata da tanti cortili interni. Quindi abbiamo anche l’idea di rivolgersi a spazi interni alle abitazioni private. Queste sono alcune delle attenzioni future che vorremmo avere. Per fare tutto ciò però serve una collaborazione completa con tutti. Crediamo che quest’operazione di agopuntura possa poi formare una grande rete di verde."

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L’ultima domanda che volevo farle riguardava la manutenzione. La forestazione urbana non prevede solo la messa a dimora di verde o alberi, ma anche la loro manutenzione nel corso del tempo e degli anni. In questo senso si è trovata anche una quadra per fare una corretta manutenzione?

"Noi abbiamo un comitato tecnico che decide i progetti e insieme con le cooperative sociali li sviluppa, fa le piantagioni e le manutenzioni. Questo ci permette di avere un controllo molto alto di quel che accade su tutto il territorio in cui lavoriamo. Sono le persone che vengono ingaggiate nelle piantumazioni a raccontarci quel che sta accadendo agli alberi messi a dimora. Inoltre ogni anno facciamo il monitoraggio di quel che sta avvenendo. Il nostro punto di lavoro è quello di aver creato un database di informazioni che ci racconta tutto il processo. E questo database è a disposizione di tutti perché pensiamo che un ritorno tecnico da parte di persone esterne al progetto possa garantire una nostra crescita."

Vogliamo migliorare la conoscenza e l’apprendimento anche grazie ad aiuti esterni. Questo deve diventare la norma. Ovvero che tutti sappiano cosa avviene nella nostra città e perché.