Cos’è il gas radon: dove si trova e i rischi per la tua salute

Non lo vedi e non lo percepisci e forse è proprio per questo che il gas radon rappresenta la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo di sigaretta. Un buon accorgimento per scongiurare una concentrazione troppo elevata in casa tua è quella di arieggiare spesso gli ambienti, soprattutto nei piani più a contatto con il suolo.
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Giulia Dallagiovanna 20 Aprile 2023

Il radon è un gas inerte e radioattivo, il cui simbolo chimico è Rn. Si tratta di una sostanza incolore e inodore di origine naturale, che proviene dal decadimento dell'uranio, passando attraverso uno stadio intermedio: il radio. Prodotto soprattutto da rocce e suolo, l'uranio è formato da atomi instabili, chiamati anche radioattivi, cioè che mutano e si trasformano in altro materiale, senza bisogno di alcun agente esterno. La disintegrazione dell'uranio provoca la formazione del radio, proprio la sostanza utilizzata per la terapia contro alcuni tipi di tumore, e del radon. Ne hai mai sentito parlare? Probabilmente no. Eppure, secondo i dati del ministero della Salute, è la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo.

Si trova nel suolo e nelle rocce, ma se si disperde nell'ambiente non rappresenta un problema per l'uomo. È quando si accumula all'interno di una stanza chiusa, a casa tua o nel tuo luogo di lavoro, che può diventare tossico a mano a mano che aumenta la concentrazione.

Solitamente si propaga in un edificio a partire dalle fondamenta o dal materiale di costruzione, se di origine vulcanica. Gli ambienti ai quali prestare più attenzione sono i piani interrati e seminterrati, ma anche i livelli collegati direttamente con questi.

Oggi esiste una direttiva europea che prevede di non superare i 300 Bequerel al metro cubo (unità di misura delle sostanze radioattive), ma il rischio rimane ancora elevato, soprattutto perché sconosciuto alla maggior parte della popolazione.

Perché il gas radon è pericoloso per la salute

Il radon è un agente cancerogeno ed è questo il maggiore pericolo che rappresenta per la tua salute. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, il radon rientra di diritto nel gruppo 1 delle sostanze tossiche per i polmoni. Per darti l'idea, tieni presente che in quella stessa categoria sono inclusi anche amianto e fumo di sigaretta.

L'entità della minaccia dipende anche dal tempo di esposizione al gas e dalla sua concentrazione nell'ambiente in cui lo hai respirato. Ad esempio, le particelle che vengono emesse nell'atmosfera all'esterno degli edifici non rappresentano un problema, poiché si disperdono. È invece nei luoghi chiusi che dovrai prestare più attenzione, in particolare in quelli che frequenti più spesso, come casa tua e il luogo in cui lavori.

Occorre però fare una precisazione. Il vero problema non è il radon in sé, ma i suoi prodotti di decadimento, cioè i "figli". Mano a mano che la disintegrazione dell'uranio prosegue, infatti, si ottiene il radon. Solo che un gas, a differenza dei precursori solidi, può muoversi attraverso i pori di terra o di rocce. Non solo, ma può anche essere trasportato verso l'alto e, da qui, diffondersi nell'atmosfera. E non è questo l'ultimo stadio del decadimento: gli atomi possono continuare a mutare dando origine a quelli che vengono definiti i "figli" del radon: polonio, piombo e bismuto. Tutte particelle radioattive presenti nell'aria e che possono anche reagire con altre molecole già presenti, ad esempio con i vapori del fumo di sigaretta.

Infatti, se la maggior parte del gas che viene inalata, viene anche quasi automaticamente espulsa dal tuo organismo, quello che rimane sono le sostanze che ne derivano. Queste si attaccano alle particelle di particolato, presenti ormai in tutti gli ambienti, e si depositano sulle pareti del tuo apparato respiratorio. Così intaccano prima i polmoni e poi i bronchi. Polonio, piombo e bismuto sono tutti materiali radioattivi, le cui onde possono produrre dei danni al Dna delle cellule di quegli organi e trasformarle in tumorali.

Ecco perché quando si parla di rischio radon, in realtà ci si riferisce a questo gas come a una sorta di trasportatore di prodotti tossici e potenzialmente cancerogeni. Ogni anno infatti, 3200 persone in Italia si ammalano a causa dell'esposizione a questo gas nobile e il 10% dei decessi per tumore polmonare sono riconducibili alle sue sostanze di decadimento.

Il radon e il fumo di sigaretta

È stata riscontrata una percentuale di rischio più alta nei fumatori, rispetto alle persone che non avevano mai toccato una sigaretta nella loro vita. Nello specifico, dato lo stesso tipo di esposizione al radon, le probabilità aumentano di 25 volte in chi ha il vizio del fumo. Anche per questa ragione, è sempre preferibile porre fine a un'abitudine così dannosa.

Ma se proprio non riesci a dire basta, evita assolutamente di fumare in locali chiusi. Non ha importanza se è casa tua e ti sembra di non dare fastidio a nessuno. Le particelle inquinanti permangono nell'aria e possono fare reazione con il radon. Il problema, ti ricordo, non è tanto la presenza di gas e vapore di sigaretta assieme, quando il loro accumulo e l'aumento della concentrazione negli ambienti.

Principali fonti di inquinamento da radon

Le principali fonti di inquinamento da radon sono il suolo e le rocce, l'acqua e il materiale per l'edilizia. Proviamo a capire meglio perché:

  • Suolo: Il radon, come abbiamo già spiegato, si forma a partire dal processo di disintegrazione  dell'uranio che si trova principalmente nelle rocce vulcaniche o metamorfiche. In generale, questo si muoverà più facilmente all'interno di terreni porosi e ricchi di fessurazioni.
  • L'aria: a partire dal suolo, il radon può spostarsi e raggiungere sia l'aria che l'acqua. Negli spazi aperti non rappresenta un problema perché non raggiunge mai livelli di concentrazione troppo elevati, ma nei luoghi chiusi rappresenta una fonte importante di inquinamento indoor quando raggiunge valori rilevanti per la salute. Devi sapere che questo gas si distribuisce in modo uniforme nell'aria di una stanza, mentre i successivi prodotti di decadimento si attaccano al particolato (ad esempio alle polveri) e di depositano sulle superfici di muri e mobili.
  • L'acqua: Potresti trovarlo anche nell'acqua potabile in concentrazioni che possono variare sia in termini di spazio che di tempo. È più raro, ma può comunque rappresentare una fonte di inquinamento ad esempio per il tuo stomaco.
  • Materiali da costruzione: il radon può essere rintracciato in materiali da costruzione come ad esempio il porfido, il granito, il basalto o il cemento.

E poi ci sono alcuni luoghi dove non ti aspetteresti proprio di trovarlo. Negli ospedali, per esempio, in particolare quelli con reparti oncologici dove si effettuano le radioterapie. Oppure nei centri termali, perché questo gas, con tutte le dovute precauzioni e i trattamenti del caso, viene utilizzato anche per le inalazioni a scopo curativo.

Il gas radon nell'edilizia

Oltre a suolo e a rocce, quello che ti interesserà sapere è dove puoi trovare il radon in casa tua e nell'edilizia in generale. La principale fonte di propagazione sono le fondamenta, perché si inseriscono direttamente nel suolo. Se questo presenta un elevato contenuto di uranio o di radio, non potrà che veicolare anche il gas. Come ti dicevo prima, il transito sarà più facile attraverso le superfici ghiaiose o sabbiose. Non avverrà invece negli strati più argillosi e ricchi di acqua.

Nella tua abitazione dovrai perciò prestare attenzione prima di tutto al terreno edificabile e ai materiali di costruzione e poi all'acqua che circola, possibile mezzo di trasporto per le molecole di gas.

Come potrai facilmente intuire, gli ambienti da tenere più sott'occhio sono quelli interrati e seminterrati. Cantine, garage, dispense ed eventuali taverne stanno i luoghi che verranno raggiunti per primi dal radon. E, di conseguenza, tutte le stanze che comunicano in modo più diretto con questi piani, per mezzo di scale o botole.

Come verificare se il gas radon è presente a casa tua

Per verificare se in casa tua è presente del radon in livelli potenzialmente pericolosi per la salute, dovrai procedere con una misurazione. Sono necessari degli strumenti chiamati dosimetri passivi a tracce nucleari, cioè basati sull'impiego di film o polimeri sensibili alle radiazioni alfa, oppure dosimetri ad elettreti con analisi del potenziale di scarica, o dosimetri a carbone attivo.

Tieni presente che si tratta di una misurazione sul lungo termine, che per un'abitazione dura in media tre mesi ma può arrivare anche a sei, quando il rilievo inizia in primavera o in estate. Il valore di riferimento infatti deriva sempre da una media calcolata su tutto l'anno, quindi quanto più lungo sarà il periodo di misurazione tanto più basso rischierà di essere l'errore.

Se i livelli di radon risultano elevati, sarà bene chiamare uno specialista che verifichi la misurazione, individui le possibili fonti di radon e proceda con una bonifica.

Dove è presente il gas radon in Italia

In Italia il gas radon è presente un po' ovunque, lungo il territorio e, come potrai immaginare, le concentrazioni aumentano soprattutto nelle zone dove il terreno è più ricco di uranio o di torio, un metallo radioattivo. Secondo quanto riporta Inail, il valore medio nazionale di concentrazione di radon nelle abitazioni è pari a 70±1 Bq/m3 (Becquerel per metro cubo).

L'ultima indagine accurata sulla distribuzione di radon nel nostro Paese risale però al 1997 ed era stata condotta dall'Istituto superiore di sanità e e dall’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici). Dalle rilevazioni, le regioni dove questo gas era presente in concentrazioni maggiori sono risultate essere il Lazio e la Lombardia, dove la soglia era tra i 100 e i 120 Bq/m3. A seguire, Campania e Friuli Venezia-Giulia, con 80-100 Bq/m3 e poi Abruzzo, Piemonte e Provincia Autonoma di Bolzano con 60-80 Bq/m3. In questa mappa puoi trovare evidenziate le aree più critiche:

La mappa con le diverse concentrazioni di gas radon nelle regioni d’Italia. Credits: INAIL

Come si elimina il radon

La prevenzione dagli effetti più dannosi del radon per la tua salute, dovrai farla cercando soprattutto di scongiurare il più possibile una sua elevata concentrazione. La prima regola è quindi arieggiare spesso gli ambienti della tua casa. E poi, come ti dicevo prima, cerca di non fumare, soprattutto in stanze chiuse.

Ma se il gas si propaga partendo dai piani seminterrati, un buon accorgimento sarà quello di installare una porta che rompa ogni collegamento diretto fra questi e il resto dell'abitazione. Inoltre, dovresti assicurarti che in questa zona siano comunque presenti finestre e valvole di sfogo per l'aria.

Molto dipende anche da dove e con quale materiale è stato costruito l'edificio in cui abiti. Se ad esempio è stato eretto con porfido, basalto, cementi o altra materia di origine vulcanica, faresti bene a misurare la concentrazione di radon in casa tua. È probabile che, se i risultati saranno negativi, ti vengano consigliati alcuni interventi strutturali, come la depressurizzazione del terreno, l'aspirazione dell'aria interna, la ventilazione del vespaio (lo strato fra il piano seminterrato e il suolo) e l'impermeabilizzazione del pavimento.

Se però la tua casa è stata edificata dal 2013 in poi, allora è molto probabile che questi accorgimenti siano già stati presi da chi l'ha costruita. È infatti in quell'anno che esce la direttiva europea Euratom 59/2013, che fissa un limite massimo alla concentrazione di radon negli ambienti. Tieni però presente che l'Organizzazione mondiale della sanità ha abbassato la soglia a 100 Bequerel per metro cubo, ovvero di un terzo inferiore rispetto alla norma. Perciò arieggiare di frequente le stanze e interrompere i collegamenti diretti con i piani interrati è sempre una forma di prevenzione consigliata.

Fonti| Istituto superiore di sanità; Fondazione Veronesi; Ispra

(Scritto da Giulia Dallagiovanna il 28 febbraio 2019; modificato da Giulia Dallagiovanna il 20 aprile 2023)

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