
Le immagini strazianti del magrissimo orso polare che rovista in un bidone e poi si accascia a terra stremato ce le ricordiamo tutti. Paul Nicklen, il fotografo e attivista del National Geographic che nel 2017 le aveva girate sull’isola di Somerset in Canada, aveva più volte espresso il proprio dolore e la propria frustrazione davanti alla consapevolezza di non poter fare nulla per aiutare quel predatore ormai in fin di vita.
Gli orsi polari, infatti, stanno morendo. Rapidamente. Di fame. In occasione della Giornata mondiale dell’orso polare, il Wwf ha segnalato che, di questo passo, entro i prossimi 35 anni il 30% delle specie di questo mammifero sarà a rischio estinzione. E il video di Paul Nicklen spiega benissimo perché. Il surriscaldamento globale, infatti, sta letteralmente sciogliendo la loro casa, e loro non sanno più dove andare per procurare da mangiare per sé e i loro piccoli. Il loro habitat di caccia sta scomparendo, a causa della velocissima riduzione della superficie dei ghiacci del Circolo polare artico. Ciò significa che lo spazio è sempre minore, che le prede sono sempre meno, che per spostarsi via acqua devono effettuare a nuoto tratte sempre più lunghe senza trovare luoghi in cui potersi fermare a riposare, morendo annegati perché stremati dallo sforzo. In più, trovandosi in cima alla catena alimentare, spesso ingeriscono tramite le prede delle sostanze tossiche che provocano danni irreparabili alla loro salute e a quella dei loro piccoli.
Questa importante carenza di cibo presente nel loro habitat naturale spinge quindi gli orsi polari ad avvicinarsi ai centri abitati. Ma la convivenza tra uomo e grandi predatori, storicamente non è mai stata rosea. Soprattutto quando questo avvicinamento è causato dalla fame. Per questa ragione, il Wwf già da anni si sta occupando di proteggere l’habitat di vita e di caccia di questa specie a rischio, contribuendo a migliorare la sua convivenza con le comunità abitate del circolo polare Artico.
Perché, come si legge sul loro sito:
Per molti di noi l’orso polare è un grosso orsacchiotto bianco, morbido e tutto da coccolare. Per le comunità che vivono nel circolo polare artico l’orso polare è un pericoloso predatore.
Così, il Wwf ha organizzato campagne e azioni per prevenire episodi spiacevoli come aggressioni alle persone e uccisioni di orsi che si avvicinano alle zone abitate in cerca di cibo, cercando di tenerli lontani senza però far loro del male. Ad esempio in Canada alcuni villaggi sono stati forniti di contenitori blindati per consentire ai cittadini di continuare a tenere il loro cibo all’esterno senza la paura che venga mangiato dai predatori ed è stato incentivato l’uso di recinti elettrificati per proteggere gli animali domestici come ad esempio i cani da slitta. Sempre in Canada, ma anche in Russia, sono stati organizzati dei team di sorveglianza per impedire che gli orsi polari si avvicinino ai centri abitati. Oltre a queste azioni concrete, il Wwf finanzia la ricerca per la salvaguardia e la tutela della specie e cerca di diffondere informazioni e sensibilizzazione per raggiungere un tipo di gestione del fenomeno che sia più efficace possibile.