Gli orsi polari diventano sempre più cannibali e la colpa è dell’uomo

L’allarme arriva dagli scienziati russi. Negli orsi polari i comportamenti aggressivi tra simili sono normali ma negli ultimi anni gli episodi sono aumentati. La causa è l’innalzamento delle temperature che porta alla scarsità di cibo: per questo i grandi maschi si accaniscono sulle femmine e sui loro cuccioli.
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Kevin Ben Alì Zinati 14 Aprile 2020

Pochi giorni fa, per la Giornata Mondiale dell’Orso Polare, ti abbiamo raccontato che entro il 2050 questa specie verrà decimata fino al 30%. Con il cambiamento climatico la temperatura aumenta, i ghiacci si sciolgono e gli orsi polari perdono il proprio habitat naturale. Ma la loro sopravvivenza è minacciata anche perché il climate change, e più in generale l’azione dell’uomo, sta contribuendo ad aumentare i fenomeni di cannibalismo tra gli orsi polari dell’Artico.

Secondo Ilya Mordvintsev, esperto di orsi polari e ricercatore presso nell’ambito dei problemi di ecologia ed evoluzione all’Istituto Severtsov di Mosca, la mancanza di cibo dovuta al restringimento dei territori di caccia e quindi alla scarsità di prede, porta gli orsi polari ad atteggiamenti aggressivi verso i propri simili: di per sé si trattava di atteggiamenti normali ma sporadici, ora invece sta aumentando drammaticamente.

Le cause

L’aumento delle temperature sta mettendo in serio pericolo gli orsi polari dal momento che un clima troppo caldo sta lasciando a questi animali pochissimi banchi di neve solida e ghiaccio: come ha spiegato lo scienziato russo, Vladimir Sokolov, dell’Arctic and Antarctic Research Institute di San Pietroburgo, senza non possono muoversi né procacciare il cibo. Per questo e anche per via delle alte temperature che in determinati momenti dell’ano aumentano ancora di più la scarsità di cibo, i grandi orsi maschi attaccano le femmine e i cuccioli.

L'aumento delle temperature lascia gli orsi polari senza i banchi di ghiaccio con cui si spostano e procacciano il cibo

Inoltre, secondo gli scienziati russi, non è da sottovalutate l’azione umana. Ovvero lo sviluppo degli impianti di estrazione e trasformazione di gas e petrolio, specialmente nella penisola di Yamal e nel Golfo di Ob, che sta distruggendo gran parte degli habitat degli orsi polari. Meno spazio, meno cibo, meno possibilità di cacciare. In più l’area dal Golfo di Ob al Mare di Barents, dove prima gli orsi polari erano soliti cacciare, ora è solo una rotta trafficata per le navi che trasportano gas naturale liquefatto.

E più aumentano le persone che lavorano nell’Artico, dicono gli scienziati russi, e più cresce il numero di segnalazioni di cannibalismo e anche di orsi polari che, spintisi verso sud alla ricerca di cibo, entrano nelle aree umane per razziare le discariche di cibo.