Global Recycling Day, PORTENT: in Italia un progetto per recuperare i metalli preziosi dai telefoni

In Italia un team di ricercatori sta lavorando a un progetto in grado di recuperare i materiali preziosi contenuti nelle schede dei telefoni cellulari. Un lavoro che si inserisce nel piano sull’economia circolare delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea.
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Francesco Castagna 17 Marzo 2023

Perché c'è bisogno di un giorno all'anno in cui tutti i Paesi si impegnano per promuovere il riciclo? Sicuramente uno dei motivi è che imparare ad allungare la vita degli oggetti che usiamo è un approccio moralmente giusto nei confronti di chi non se li può permettere. Inoltre, riciclare, riparare e riutilizzare i materiali a disposizione della comunità porta a molteplici benefici. Tra questi, il più importante è che promuovendo delle politiche in chiave ecologista, ognuno può dare il proprio contributo al cambiamento per ridurre l'inquinamento e contrastare quindi il riscaldamento globale. Riciclando infatti evitiamo di ripetere una serie di azioni che hanno portato poi al prodotto ultimo (quello che acquista il consumatore). E sono:

  • l'estrazione di nuove materie prime
  • la lavorazione dei materiali
  • l'uso di nuova energia per realizzare i primi due processi
  • è possibile evitare il ripetersi di tutte le azioni di logistica che hanno fatto parte della catena produttiva della merce
  • si scongiura la destinazione degli articoli in discarica, che a lungo andare rilasciano sostanze ambientalmente dannose

Il Global Recycling Day

Devi sapere che, ogni anno, il 18 marzo comunità, città, scuole, università, uffici, fabbriche si impegnano per dare un contributo al cambiamento per ridurre l'inquinamento e promuovere l'ecologia. È il giorno del Global Recycling Day, un giorno in cui dovremmo riflettere sul fatto che annualmente la Terra produce miliardi di tonnellate di risorse naturali e che a un certo punto, in un futuro non troppo lontano, si esauriranno.

Se le risorse vengono progressivamente a mancare e inquiniamo per ottenerne ancora, andremo sempre più incontro a fenomeni che stiamo già subendo: l'aumento delle temperature globali, lo scioglimento delle calotte glaciali, i continenti in fiamme e una rapida deforestazione. E questo porta a un aumento della povertà e delle diseguaglianze, alla perdita di posti di lavoro, ma soprattutto alla scomparsa di interi habitat naturali.

Il riuso e il riciclo dei materiali sono tecniche previste anche dai programmi delle Nazioni Unite, rientrano infatti all'interno di una strategia ONU al punto 12 dell'Agenda 2030, secondo cui i Paesi membri devono impegnarsi per ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclaggio e il riutilizzo entro il 2030.

Per questo motivo nel 2018 è stato istitituito il "Global Recycling Day", un giorno in cui il mondo si riunisce e mette il pianeta al primo posto. Ma qual è la sua missione?

  • Far capire ai leader mondiali che il riciclaggio è importante ed è urgente stabilire un approccio internazionale comune
  • Sensibilizzare i cittadini sull'importanza delle risorse, trattandole come tali e non come rifiuti

Tra i materiali che il nostro Paese dovrebbe recuperare ci sono senza dubbio i RAEE, ovvero i "rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche", o più comunemente rifiuti elettronici. Come segnala il Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, "Circa il 90% della perdita globale di biodiversità e della scarsità idrica (quando la domanda di acqua supera la quantità disponibile) e buona parte delle emissioni nocive responsabili del cambiamento climatico sono causati dal modo in cui usiamo e trasformiamo le risorse naturali". E c'è di più, perché secondo il report annuale 2022 sui RAEE del Centro di Coordinamento RAEE, "in Italia nel 2021 sono stati avviati a corretto riciclo dai sistemi collettivi dei produttori di AEE poco più di 361.000 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)".

Il progetto PORTENT

In Italia esiste un progetto per il Recupero dei materiali da telefoni a fine vita cofinanziato dall'Unione Europea attraverso la Regione Lazio. Nelle schede dei nostri telefoni, infatti, sono presenti molti materiali rari e/o strategici, che possono essere riutilizzati. Per molto tempo invece, a causa della mancanza di impianti adatti, abbiamo lasciato lo smaltimento e il recupero dei RAEE ad altri Stati. Si tratta del progetto PORTENT dell'ENEA, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile.

In Europa il 98% di queste risorse proviene dalla Cina. Le imprese europee, che operano nel settore del riciclaggio, tendono a non interessarsi sufficientemente al riutilizzo dei rifiuti elettronici. L’Unione Europea esporta gli apparecchi elettronici verso i paesi in via di sviluppo. Questi contengono un numero ingente di materiali ritenuti critici dall'UE, e il loro export indica un allontanamento delle risorse dai paesi europei.

Il risultato è che la Cina non solo ha la maggior parte delle riserve, non solo ricerca altri metalli preziosi in Africa, ma dai paesi in via di sviluppo intercetta i materiali che noi, per scelta, decidiamo di non riutilizzare. In questo modo la strategia commerciale ed economica cinese è totalizzante.

Per rispondere a questo clima, l’Unione Europea ha pensato di riaprire alcune miniere abbandonate, anche se è molto difficile che nei giacimenti presenti, che sono stati lasciati incustoditi, esistano questi metalli preziosi. Le terre rare, infatti, si trovano nel territorio europeo come sottoprodotti, e come tali devono essere sfruttate al meglio. Ma l'estrazione mineraria ha un costo ambientale, come segnala ISPRA"La loro importanza è cresciuta nel tempo sino a diventare indispensabili per l'elettronica, e tutte le sue applicazioni, per i processi di transizione ecologica e per il raggiungimento di molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG's). La loro estrazione e lavorazione hanno però dei costi ambientali che possono essere anche particolarmente gravosi".

Il tema del riutilizzo delle risorse è quindi a tutti gli effetti un problema. Per arginarlo la Commissione Europea si sta muovendo dal 2008 su diversi fronti: la sostituzione dei materiali, l’obbligo per le aziende di riciclare almeno il 40% delle risorse, e un’alleanza strategica per rafforzare l’autonomia industriale sulle materie prime, necessarie per la transizione ecologica e digitale. Nel corso di questi anni Bruxelles ha stretto accordi con il Canada, l’Australia e diversi paesi africani.

Secondo gli ultimi dati disponibili Eurostat 2020, i rifiuti elettronici sono la categoria di rifiuti che cresce più velocemente nell'UE e di cui si ricicla meno del 40%. Nello specifico, l'Italia è tra i Paesi meno virtuosi in tema di riciclo di questi materiali, essendo sotto la media europea e ferma al 32,1%. La rapida crescita dei RAEE genera un problema di gestione legato alla presenza di sostanze nocive, che rappresentano un rischio per la salute umana e l’ambiente. In particolare, il progetto si concentra sul recupero dei materiali presenti nelle schede elettroniche dei nostri cellulari,  ricche di metalli quali oro, argento, palladio e rame.

Gli obiettivi del team di PORTENT sono:

  • la caratterizzazione qualitativa e quantitativa delle apparecchiature oggetto di studio
  • Individuazione delle fasi di recupero e purificazione dei materiali
  • Sviluppo e verifica del processo di recupero materiali (TRL4)
  • Caratterizzazione dei reflui di processo ai fini della loro valorizzazione in ottica di Economia Circolare

Abbiamo contattato Danilo Fontana, Chimico Industriale dell'ENEA e Responsabile del progetto, per approfondire insieme a lui in che modo sarà possibile recuperare questi materiali e perché è importante farlo.

“Partendo dalle nostre competenze in questo settore, in sinergia con la Sapienza Università di Roma, vogliamo sviluppare un processo innovativo per il recupero di materiali da telefoni cellulari dismessi per il completamento della filiera, che adesso si ferma al commercio verso l’estero degli stock dei materiali separati” spiega il ricercatore Fontana. Come tutta l’Unione Europea, l’Italia esporta queste materie lasciando i materiali più importanti ad aziende straniere, non chiudendo il cerchio.

Per estrarre le terre rare, i ricercatori dell’ENEA si avvalgono di processi idro-metallurgici (ovvero un metodo di estrazione dei metalli dai rispettivi minerali). Le fasi compongono un’operazione di “up scaling” e di facile replicabilità. Ovvero bassi consumi energetici, emissioni ridotte, flessibilità di impiego e modularità degli impianti.

Grazie al recupero dei materiali contenuti nei telefoni cellulari, i rifiuti diventeranno nuove materie prime per altri prodotti tecnologici. “Purtroppo finora in Italia il settore nazionale del riciclo si ferma al trattamento iniziale – cioè il processo meno remunerativo” dice Fontana, che spiega come, al momento, il recupero di queste risorse convenga solo alle aziende del Nord Europa, che hanno deciso di investire da tempo nelle varie tecnologie di riciclo.

Per colmare questa carenza, l’ENEA (nel suo Centro Ricerche Casaccia) ha realizzato ROMEO. Si tratta del primo impianto pilota in Italia per il recupero di materiali preziosi, provenienti da vecchi computer e cellulari.

“L’impianto Romeo potrebbe essere utilizzato in un eventuale progetto successivo, per testare il processo di trattamento che svilupperemo con il progetto Portent”, spiega Fontana. Una volta portato a termine PORTENT, l’Italia potrà inseguire l’obiettivo di mantenere nel proprio territorio la maggior parte delle materie prime estratte. Questo significa più lavoro in termini occupazionali, più risparmio, e più ecosostenibilità.

Il progetto PORTENT, ci informa Fontana, avrà termine a settembre 2023. Mese in cui il pubblico sarà informato di questo progetto e in cui verranno resi pubblici i risultati.