Green Deal Industrial Plan, cosa prevede il nuovo piano dell’Unione Europea?

Quattro i pilastri del piano industriale europeo per la neutralità climatica, presentato dalla Commissione europea, che punta a stimolare uno sviluppo sostenibile. Scopriamoli insieme.
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Mattia Giangaspero 3 Marzo 2023

È passato poco più di un mese da quando la Commissione europea ha pubblicato il "Green deal industrial plan for the Net-zero age". L’annuncio da parte della presidente, Ursula von der Leyen, è arrivato in occasione del World Economic Forum a fine del mese di gennaio. Il piano comunitario conferma gli obiettivi Ue per migliorare la competitività dell’Europa nel settore delle zero emissioni e sostenere la transizione verso la neutralità climatica. Una volontà chiara che sostenga la crescita di un’industria europea attenta all’adozione di tecnologie a ridotto impatto ambientale e all’efficientamento delle proprie attività per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica al 2050.

Il Green Deal Industrial Plan si basa su quattro pilastri:

  1. creazione di un ambiente normativo prevedibile e semplificato
  2. accelerazione dell’accesso ai finanziamenti
  3. miglioramento delle competenze
  4. commercio libero per la creazione di catene di approvvigionamento resilienti.

Per favorire il raggiungimento di questi obiettivi verrà messo in campo un altro strumento normativo il Net-zero industry act. Strumento fondamentale che porterà a sviluppare altri due importanti capisaldi in materia, quello della transizione energetica: il Critical raw materials act, (utile per standardizzare l’utilizzo di risorse primarie e giacimenti di terre rare, soprattutto nel settore high-tech). Poi, l’altra riforma riguarda l’industria elettrica.

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Un processo burocratico veloce per l’energia pulita

La Commissione Europea ha inviato a tutti gli Stati membri una bozza del "Temporary state aid crisis and transition framework", in adattamento allo State aid temporary crisis framework.

Si tratta di uno strumento pensato per sbloccare con maggiore rapidità i finanziamenti pubblici e, di conseguenza, fare leva su quelli privati. Se gli Stati dovessero accettare la bozza allora l’Europa si muoverà in questa direzione nei prossimi mesi.

Un mercato di libera concorrenza

L’inflazione la Pandemia, la guerra hanno stravolto il mercato di tutti i materiali. I prezzi sono aumentati, i prodotti sono diventati difficili da reperire e i tempi d’attesa per averli sono anche aumentati.

La Commissione Europea ha quindi l’interessa di promuovere maggiormente il mercato libero scambio e per farlo vorrebbe anche collaborare con la World trade organisation, l’Organizzazione mondiale del commercio.

L’intenzione è di avere sempre più peso nella produzione di batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore e cattura e stoccaggio di CO2.

La dichiarazione della Von der Layen

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha dichiarato:

“Abbiamo un’opportunità unica di tracciare con velocità, ambizione e determinazione la strada per garantire la leadership industriale dell’Europa nel settore in rapida crescita delle tecnologie net-zero. L’Europa è determinata a guidare la rivoluzione della tecnologia pulita. Per le nostre aziende e le nostre persone significa trasformare le competenze in posti di lavoro di qualità e l’innovazione in produzione di massa, grazie a un framework più semplice e veloce. Un migliore accesso ai finanziamenti consentirà alle nostre principali industrie di tecnologia pulita di crescere rapidamente“.

Il fondo per la sovranità si incentra su una idea: abbiamo bisogno di progetti europei comuni che si basino su tecnologie all’avanguardia e vogliamo garantire che queste siano disponibili in tutta l’Ue. Per questo progetto comune è necessario uno strumento di finanziamento comune europeo. Riesamineremo il bilancio pluriennale, ma con gli Stati membri dovremo valutare altre possibilità di finanziamento. I principi sono chiari, poi discuteremo delle tecniche di finanziamento”, ha concluso la Von der Leyen.

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