I fiori gialli nei campi sono un vero e proprio spettacolo della natura. Sono una macchia di colore vibrante. Negli ultimi anni sono tornati in molte zone d’Italia, soprattutto in Pianura Padana. Ma che cosa sono? È la fioritura della colza, una pianta che si coltiva molto facilmente, perché sopporta bene la siccità, e da cui si estrae un olio.
La colza, Brassica napus oleifera, fa parte della famiglia delle Brassicaceae, la stessa dei cavoli, broccoli e cavolfiori. Può essere annuale o biennale e si sviluppa da terra per massimo il metro di altezza. Ha radici profonde che le permettono di superare i periodi di forte siccità, ma soprattutto è caratterizzata da fiori di un giallo intenso, composti di 4 petali opposti due a due. Le foglie crescono nella parte inferiore del busto e sono molto piccole e segmentate, con una forma lanceolata. È una coltivazione tipica dell'Unione Europea (soprattutto in Germania, Francia, Belgio, Olanda e Pianura Padana), Canada e Cina.
La colza viene coltivata per molti motivi diversi. È prima di tutto commestibile: le foglie, raccolte prima della fioritura, possono essere consumate, ad esempio nelle minestre. Serve poi per estrarre un olio, che può essere usato per friggere, all’interno delle miscele di oli vegetali, e nelle margarine. Questo prodotto si ottiene dai suoi semi e contiene acido erucico, acido grasso tossico, ma pare non sia pericoloso per l’uomo in quantità modeste. E comunque esiste poi l'olio di canola, un olio di colza senza acido erucinco, totalmente innocuo. Il termine canola deriva dall'unione delle parole "oil" – olio – e "Canada" – il paese in cui questa pianta viene maggiormente coltivata.
É un condimento considerato una delle scelte più salutari in tema di condimenti amici della salute cardiovascolare. Come mai? É uno degli oli vegetali più poveri di grassi saturi ed è, invece, ricco di grassi polinsaturi (sia omega 3 che omega 6).
In ambito industriale, l’olio è importante per la produzione di cosmetici, lubrificanti, vernici, solventi, biopolimeri e biocarburanti (il famoso biodiesel). Inoltre, ciò che resta della produzione non si butta, ma viene inserito nella formulazione di mangimi per gli animali di allevamento, offrendo un'alternativa altamente proteica alla soia nei mangimi per animali. La coltivazione della colza è spesso sfruttata come rigenerante per il terreno e una parte può essere usata come foraggio per gli animali.
Fonte | Comitato termotecnico italiano