Forti piogge ad Auckland

“I cambiamenti climatici hanno provocato le piogge in Libia”: lo studio del World Weather Attribution

Il riscaldamento causato dall’uomo ha reso fino a 10 volte più probabili le forti piogge in Grecia, Bulgaria e Turchia e fino a 50 volte in Libia, devastata anche a causa del cedimento delle dighe.
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Mattia Giangaspero 20 Settembre 2023

Grazie allo studio portato avanti dal gruppo di scienziati World Weather Attribution (Wwa) è stato confermato il nesso causale tra cambiamento climatico e le forti precipitazioni che sono avvenute a inizio settembre in Libia. Infatti la ricerca evidenzia come l'atto distruttivo delle precipitazioni è stato anche accentuato dalle azioni dell'uomo che hanno reso i luoghi, dove sono avvenute più inondazioni, meno impermeabili a causa del consumo di suolo. La probabilità arriva a essere dieci volte superiore in molte nazioni, che quest'estate sono state colpite dagli alluvioni, per esempio la Grecia. E pensa nel caso della Libia questa probabilità sale addirittura a 50 volte in più.

Il metodo che hanno utilizzato per pubblicare la ricerca è stato quello di analisi, sia dei dati climatici presenti, sia delle simulazioni di temperature dal 2023 al 1800, ovvero periodo in cui è avvenuto un riscaldamento globale di 1.2 gradi.   

Adesso proviamo a sintetizzare quanto già detto in un precedente articolo sul danno ambientale che l'uragano ha provocato in Libia. Negli ultimi tre giorni sono precipitati circa 227 millimetri cubi di pioggia e con venti che arrivavano fino a 180 km/h. Nella stessa area solitamente le precipitazioni non superano i 2mm sempre contando la media di tre giorni. Con questo dato forse si può comprendere la portata del devasto che l'uragano Daniel ha provocato sulle coste della Cirenaica.

La tempesta Daniel è l'ennesimo evento estremo che colpisce il bacino del Mediterraneo nell'estate 2023. Si tratta di un TLC, ovvero un Tropical-like-cyclon, che ha già provocato morti e distruzione in Grecia, Bulgaria e Turchia prima di raggiungere la Libia. La sua formazione è stata favorita dall'innalzamento delle temperature dei mari che risultano anche di 3°C o 4°C gradi superiori alla media stagionale. Quando arriva un fronte di aria fredda, la grande quantità di energia termica che si è accumulata si trasforma in cinetica e dà vita a un moto vorticoso, tipico degli uragani. È quindi un altro effetto del caldo record che abbiamo vissuto in questi mesi e che provocato inoltre un aumento della quantità di acqua evaporata e poi rilasciata. Una conseguenza evidente e tragica della crisi climatica in corso.