
Una delle meraviglie del mondo rischia di scomparire e solo oggi si scopre che la colpa non è legata al "solo cambiamento climatico'‘, ma anche all'attività dell'uomo. A dare la notizia è stata Environmental Science & Technology, una rivista scientifica la quale ha pubblicato un nuovo studio in cui viene dimostrato come esista un altro fattore di inquinamento per la Barriera Corallina australiana. E si tratta di un afflusso di azoto e fosforo provenienti da falde acquifere sotterranee.
A livello tecnico la scoperta potrebbe concludersi qui, anche per i due elementi chimici è risaputo che siano dannosi per l'ecosistema marino, ma il problema è capire come questi due elementi riescano a raggiungere la Grande Barriera Corallina e perchè a inquinarla è proprio l'essere umano.
Tornando a parlare di azoto e fosforo, questi sono dei nutrienti che provocano una proliferazione incontrollata di alghe, plancton i quali riducono anche ossigeno alle varia aree marine in cui crescono maggiormente e in questo caso si tratta di aree con una grande presenza di coralli, pesci e crostacei.
Da dove provengono queste quantità di azoto e fosforo. L'origine di provenienza è quella delle attività di agricoltura e industriali e all'inizio si pensava che il modo in cui queste sostanze defluissero nelle acque fosse attraverso i fiumi contaminati dagli scarichi delle attività citate prima. In realtà si è scoperto come la contaminazione avviene direttamente anche nelle falde sotterranee, le quali filtrano nel mare al di sotto della superficie delle acque.
I ricercatori dello studio sono stati in grado di monitorare queste sostanze basandosi sulla rilevazione degli isotopi del radio, che derivano dall'interazione tra le acque sotterranee e il sostrato di roccia e sedimenti. E si è scoperto che la presenza di azoto e fosforo è notevolmente più alta poichè a differenze del loro arrivo tramite le acque contaminate dei fiumi, quello tramite le falde sotterranee è di 10-15 volte superiore.