Ginevra e Vanessa, due giovani che usano l’arte per far conoscere la crisi climatica

Intervista a Ginevra e Vanessa, 13 e 14 anni, che con un video in stop-motion hanno mostrato l’inquinamento nei fiumi lombardi: «Con l’arte possiamo far conoscere i problemi alla gente in maniera efficace e stimolante».
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Gianluca Cedolin 8 Luglio 2021

Come ci hanno dimostrato le ragazze e i ragazzi della generazione Greta, i giovani sono la vera speranza nella lotta alla crisi climatica e ambientale, non solo per il maggior interesse che, giocoforza, hanno nei confronti del futuro, ma anche e soprattutto per la diversa (maggiore) consapevolezza che li accompagna. In occasione della sua prima mostra, Photography for future (una galleria fotografica no-profit nata per piantare alberi nella Foresta Atlantica in Brasile e per sensibilizzare sulla crisi climatica attraverso l’arte) ha ospitato le opere realizzate da alunne e alunni di alcune scuole medie e superiori di Milano. I progetti artistici e multimediali, tutti con l’ambiente come filo conduttore, hanno proposto soluzioni ai problemi legati alla crisi climatica. Per Ohga, abbiamo intervistato Ginevra e Vanessa, due ragazze di 13 e 14 anni della St. Louis School di Milano.

Nell’ambito del Blue school project, un’iniziativa di EU4Oceans, le ragazze hanno ideato e realizzato, con le insegnanti Pamela Ernstberger e Samantha Gill, un video in stop-motion sul ciclo dell’acqua in Lombardia, per mostrare l’inquinamento dei fiumi che circondano Milano. «Nel crearlo, abbiamo capito come molta della plastica presente negli oceani derivi dai fiumi», raccontano le ragazze. Vanessa ammette di essere rimasta «scioccata» quando ha scoperto l’effetto dei rifiuti sugli ecosistemi e sulla fauna acquatica, mentre per Ginevra «la sorpresa è stata rendersi conto di quanto anche io contribuisca a questo inquinamento». Toccare con mano il nostro impatto sull’ambiente ha causato un cambiamento nelle abitudini delle due ragazze, che ora, tra le altre cose, usano solo borse riutilizzabili e alla bottiglia di plastica preferiscono la borraccia, come molte loro coetanee.

Il loro video ha rappresentato anche un’occasione per coinvolgere la famiglia sul tema: «Ho mostrato il progetto ai miei genitori e a mio fratello – racconta Ginevra -. Sono venuti all’esibizione e credo abbiano capito l’importanza di limitare l’uso della plastica, soprattutto di quella monouso». Come spesso accade, sui temi di salvaguardia del Pianeta, sono i giovani a far da guida alle vecchie generazioni.

Il focus principale dei vari progetti, tra cui c’erano anche quello di un’app per incentivare la raccolta differenziata attraverso un sistema di premi e un modello di casa al 100 per cento eco-sostenibile e autonoma, era quello di sottolineare il potenziale che ha l'arte nell’affrontare la crisi climatica. Al fianco degli scatti dei fotografi professionisti, Photography for future ha dato spazio ai lavori degli studenti, nella cornice del Tempio del futuro perduto di Milano.

«A volte le parole non sono abbastanza forti, mentre gli effetti visivi possono essere molto potenti – racconta Ginevra -. Ho capito che un albero con un cuore in mezzo comunica di più sul problema della deforestazione rispetto alla lettura di meri dati». Da qui la scelta di girare un video di oltre due minuti, fotogramma per fotogramma, un lavoro lungo, ma appagante ed efficace. Anche Vanessa viaggia sulla stessa lunghezza d’onda: «Con l’arte possiamo far conoscere i problemi alla gente in maniera efficace e stimolante, è più facile esprimersi attraverso essa».

Affrontare la crisi climatica a 360 gradi e a un livello visivo, tangibile, ha logicamente stimolato la riflessione sul ruolo dei giovani in questa epocale battaglia:  «Noi siamo il futuro, e se iniziamo da subito a lavorare adesso per fermare l’inquinamento e il riscaldamento globale, possiamo rendere il futuro migliore anche per le generazioni dopo di noi», osserva Vanessa.  «Quando uno è giovane, se le cose gli vengono spiegate nel modo giusto, senza spaventarlo, sicuramente le capisce meglio, il messaggio gli rimane – dice Ginevra -. Se invece sei già grande, è più difficile, perché la tua mente è già settata su quello che sai. Purtroppo le generazioni precedenti non hanno fatto molto, e questo mi fa arrabbiare. Siamo consapevoli che saremo noi a occuparci della crisi climatica: dobbiamo farlo». Una sensazione condivisa dalla compagna:  «Il nostro futuro è in gioco – ammette Vanessa -. Noi vogliamo continuare con questi progetti, con queste esibizioni, per educare le persone in modo diverso e farci aiutare a rendere il mondo un posto migliore».