I medici le dicono che è incinta, in realtà è un tumore alle ovaie: quali sono i sintomi da non sottovalutare

Emma Colledge, 24 anni, ha scoperto di avere un tumore alle ovaie nel 2022 quando, durante un’ecografia per confermare la gravidanza, è stata invece trovata una cisti di 30 centimetri. La sua storia è un esempio molto importante di quanto sia fondamentale fare prevenzione anche quando si è giovani: le diagnosi di cancro tra gli under 50 sono purtroppo in aumento.
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Giulia Dallagiovanna 3 Aprile 2024
* ultima modifica il 03/04/2024

Le avevano detto che era incinta, invece era un tumore alle ovaie. La storia di Emma Colledge, una donna di 24 anni di Durham, in Inghilterra, è un invito alla prevenzione anche quando si è molto giovani e a non ignorare nessun sintomo che invia il nostro corpo. È proprio questo l'errore in cui sono incappati i medici che l'hanno visitata la prima volta, nel maggio del 2022: l'addome della ragazza appariva molto gonfio e così, tenuto conto dell'età della paziente, la diagnosi di gravidanza è stata immediata. Ma Colledge era certa di non aspettare un bambino e il test fatto subito dopo risultava negativo.

A quel punto si decide di procedere con un'ecografia, nella convinzione di trovare, prima o poi, un embrione. Quello che invece emerge è una cisti ovarica di 30 centimetri, che poi si rivelerà essere cancerogena. Quando Emma Colledge scopre di avere il cancro ha solo 23 anni. "Nel momento in cui mi hanno comunicato la notizia, ho temuto che non sarei sopravvissuta fino al mio 24esimo compleanno – ha raccontato alla BBC. – Ma ho tenuto duro e mi sono detta che quello non poteva essere l'ultimo periodo della mia vita".

Colledge è stata sottoposta a due interventi chirurgici. Il primo è durato cinque ore e mezza e ha permesso di asportare la cisti con l'ovaio su cui si era formata. Il secondo, della durata di ben 9 ore e mezzo, è servito per procedere a un'isterectomia completa con la rimozione del secondo ovaio e dell'utero, ma anche dell'appendice, della milza e di parte dell'intestino, dove avevano trovato un'altra cisti. Per un po' di tempo ha dovuto indossare la stomia.

Terminate le operazioni, ha affrontato sei cicli di chemioterapia presso l'unità del Teenage Cancer Trust al Freeman Hospital di Newcastle. L'ultimo è stato ad aprile 2023 e i controlli successivi hanno dimostrato che non vi era più traccia del tumore. La sua determinazione l'aveva aiutata a superare quei mesi così difficili. Oggi è tornata la lavoro e cerca di avere una vita normale, circondata dagli amici e dalla famiglia.

La sua vicenda, però, è importante per tutti. Alla comparsa dei primi sintomi, Colledge non ha pensato a una gravidanza, ma a una malattia infiammatoria intestinale. Il tumore infatti sembrava un'ipotesi lontana per una donna che aveva da poco superato i 20 anni. Anche cercando informazioni in rete, si leggeva che la maggior parte dei pazienti oncologici aveva sviluppato la malattia dopo i 50 anni. Purtroppo, i dati ci raccontano che lo scenario sta cambiando: uno studio pubblicato nel 2023 sulla rivista scientifica British Medical Journal Oncology ha evidenziato un forte aumento di casi di cancro tra gli under 50 soprattutto in Nord America, Australia ed Europa occidentale. Un articolo del Wall Street Journal ha infatti segnalato come negli Stati Uniti tra il 2000 e il 2019 le diagnosi tra le fasce più giovani della popolazione fossero aumentate del 12,8%.

Insomma, non è mai un'ipotesi da scartare del tutto. Anzi, è importante sottoporsi subito a tutti gli esami per accertare o meno la presenza di una neoplasia e in quel caso iniziare tempestivamente le terapie. Sintomi del tumore alle ovaie a cui prestare attenzione sono dolore nella zona pelvica e all'addome, gonfiore, perdita di appetito perché ci si sente appesantiti e subito sazi. Altri segnali possono essere nausea, vomito, diarrea e sanguinamento vaginale.

Per arrivare a una diagnosi definitiva sono poi necessari alcuni esami come l'ecografia, la TAC, la risonanza magnetica e soprattutto l'istologico per confermare o meno la natura cancerosa della formazione. Ma ci sono anche buone notizie: negli ultimi 30 anni la sopravvivenza è notevolmente aumentata e oggi per quelli a basso grado di malignità e diagnosticati preocemente si aggira attorno all'85-90%, come spiegava la dottoressa Roberta Kayed su Ohga.

Fondamentale quindi rivolgersi subito al proprio medico quando si avvertono dei disturbi anomali e procedere a tutti gli esami che vengono consigliati. Può far paura, ma come insegna la storia di Emma Colledge, vale la pena di lottare e alla fine si può anche vincere.

Fonte| "Global surge in cancers among the under 50s over past three decades" pubblicato su BMJ Oncology il 5 settembre 2023

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