I pescatori potrebbero ripulire il mare da circa 30mila tonnellate di rifiuti ogni dieci anni, dice uno studio di Fedagripesca. Ora serve approvare la legge ‘Salvamare’

I pescatori potrebbero svolgere un ruolo decisivo nel ripulire i nostri mari dalla plastica. Secondo uno studio di Fedagripesca, fino a 30mila tonnellate di rifiuti ogni dieci anni potrebbero essere riportate a riva dalle imbarcazioni. Serve però concedere incentivi ai pescatori per questo lavoro aggiuntivo, oltre ad approvare rapidamente la legge ‘Salvamare’. Con cui si metterà fine alle sanzioni che ancora oggi colpiscono chi riporta oggi gli scarti a riva.
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Michele Mastandrea 12 Aprile 2022

Ti abbiamo parlato qualche giorno fa del ‘Ddl Salvamare', la legge in via di approvazione in Parlamento che prevede una serie di nuove norme per proteggere i nostri mari dall'inquinamento, in particolare da quello dovuto alla plastica.

Tra le conseguenze più importanti di questa legge, devi sapere, c'è lo stop alle sanzioni per i pescatori che portavano a riva i rifiuti raccolti dalle proprie reti. Finora, infatti, si rischiavano multe per traffico illegale degli scarti.

Una criminalizzazione che ha impedito di sfruttare il grande potenziale del recupero diffuso dei rifiuti. Secondo uno studio di Fedagripesca-Confcooperative, pubblicato ieri in occasione della Giornata del Mare 2022, i pescatori potrebbero infatti riportare a terra fino a 30mila tonnellate di rifiuti in 10 anni.

E questo sarebbe solo un dato approssimativo sui rifiuti che rimangono attaccati alle reti insieme al pesce. Una stima che ti fa ben capire il livello di inquinamento attuale dei mari, ma anche l'opportunità che potremmo avere di ripulirlo piuttosto rapidamente. Per queste operazioni, spiega Fedagripesca, si potrebbero utilizzare non solo le reti già impiegate dai pescatori, ma anche sviluppare nuove reti biodegradabili da lasciare in acqua più a lungo per raccogliere gli scarti presenti nei fondali.

"L'idea è quella di creare una filiera del rifiuto in grado di mettere a regime un'attività quotidiana, al momento su base volontaria e a totale carico dei pescatori", spiega un comunicato dell'associazione. Ovviamente, sarebbe poi da premiare in qualche modo l'attività dei pescatori, che diventerebbero di fatto operatori ecologici marini. Un lavoro che giustamente non può però essere svolto gratuitamente.

L'idea di Fedagripesca sarebbe di concedere ai pescatori incentivi, sulla base del risparmio che il loro lavoro ordinario permetterebbe rispetto a politiche ben più costose come campagne speciali di ripulitura delle acque. Ne deriverebbero benefici anche per la bellezza delle nostre coste. Sempre secondo Fedagripesca, ogni 100 metri di litorale si contano infatti circa 1000 singoli rifiuti. Intervenire direttamente in acqua potrebbe ridurre fortemente il numero di questi rifiuti, permettendo un netto miglioramento ambientale ed estetico.