I pollini inquinati scatenano allergie anche nelle persone non allergiche

Le allergie da polline sono destinate a peggiorare. Come mai? Tutta colpa dell’inquinamento. I pollini, infatti, sono diventati vettori di inquinanti atmosferici e possono scatenare rinite e asma anche nelle persone non allergiche. Scopri il perché.
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Valentina Rorato 23 Marzo 2023
* ultima modifica il 23/03/2023

Ti lacrimano gli occhi e starnutisci. Non sei raffreddato. È la stagione dei pollini, ma non sei allergico a nulla. Ti è mai successo? Forse che non sei allergico a nulla è una falsa verità, perché secondo uno studio coordinato dal Max Planck Institute for Chemistry di Mainz e pubblicato sulla rivista Frontiers in Allergy, molti inquinanti atmosferici possono essere assorbiti dai pollini e poi rilascianti nelle vie aeree, intensificando le manifestazioni allergiche. Ciò significa che occhi rossi, starnuti e asma possono venire anche a te, non perché sei improvvisamente allergico a un polline, ma perché il tuo corpo sta reagendo allo smog.

Si parla quindi di polline inquinato, che pare scatenare  reazioni allergiche anche nelle persone che in realtà non lo sono. Su  10 milioni di italiani allergici al polline, ben 1 su 3 potrebbe non esserlo davvero.

I risultati dello studio tedesco mostrano che il polline «cattura» e «trasporta» alcuni noti inquinanti atmosferici, come l’ozono, il biossido di azoto e il particolato, per poi rilasciarli nelle vie respiratorie, intensificando nei soggetti allergici le manifestazioni di ipersensibilità agli allergeni e innescando nei soggetti non allergici rinite, tosse e asma.

"Lo studio mostra che alcuni pollini, come ad esempio quelli delle graminacee, innescano l'iperattivazione dei Toll-like receptor 4 (TLR4), recettori cellulari che attivano la reazione allergica del sistema immunitario, anche in chi non soffre di allergie", spiega Mario Di Gioacchino, presidente Siaaic, la Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica.

"Finora si era partiti dal presupposto che il continuo aumento delle malattie allergiche registrato negli ultimi decenni fosse da ricondurre alla combinazione tra predisposizione genetica e anomalie climatiche", aggiunge il presidente Siama, Vincenzo Patella. "Ad avere un ruolo determinante in questa ‘epidemia di allergie' sarebbe anche l'esposizione eccessiva degli allergeni ad alcuni inquinanti atmosferici che, proprio negli ultimi anni, hanno raggiunto concentrazioni elevate".

A questo bisogna aggiungere un altro dato da record, molto preoccupante e strettamente legato alla crisi climatica: "Siamo passati da concentrazioni di 200 pollini totali per metro cubo di media nei giorni di picco di 5 anni fa ai 2.000 attuali, ben 10 volte di più", segnala Patella. “Questo ci obbliga a migliorare la raccolta di questi dati in modo omogeneo e unitario tra le diverse agenzie di monitoraggio su tutto il territorio nazionale. Inoltre chiediamo al legislatore di normare meglio le soglie di tossicità delle singole specie polliniche, confrontandole con i dati delle centraline dello smog. In questo modo potremmo favorire le campagne di prevenzione sulla qualità dell’aria molto più prontamente che in passato
Fonte | La modifica chimica da parte del perossinitrito migliora l'attivazione del TLR4 dell'allergene del polline dell'erba Phl p 5 pubblicato su Frontiers il 15 febbraio 2023

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