Il bando dei CFC per preservare lo strato di ozono ci ha permesso di non aggravare ancora di più la crisi climatica

I clorofluorocarburi, presenti per esempio nei frigoriferi, sono tra i principali responsabili del buco dell’ozono e per questo sono stati banditi dal protocollo di Montréal (salvo negli usi per cui non si possono trovare gas sostitutivi). Un nuovo studio dimostra che, se non fosse stata adottata questa misura, oggi avremmo uno scenario in cui la temperatura terrestre aumenterebbe di 2,5 gradi in più entro il 2100.
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Federico Turrisi 19 Agosto 2021

A che punto saremmo nella lotta per frenare il riscaldamento globale se 196 Stati del mondo (più l'Unione Europea) non avessero ratificato il protocollo di Montreal del 1987, ovvero il documento con cui la comunità internazionale si è impegnata a ridurre l'uso dei composti chimici chiamati clorofluorocarburi (in sigla CFC), responsabili dell'assottigliamento dello strato di ozono stratosferico che protegge il nostro pianeta dai raggi ultravioletti del Sole?

La risposta arriva da un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature e dice sostanzialmente che saremmo ancora più nei guai. In particolare, se non fossero stati imposti divieti all'utilizzo di CFC (che sono già di per sè dei potenti gas a effetto serra), avremmo rischiato di peggiorare ulteriormente il riscaldamento globale di 2,5 gradi centigradi entro la fine di questo secolo.

Il modello previsionale elaborato da un team di ricercatori anglo-americano si è basato su un aumento teorico dell'uso di CFC del 3% all'anno dal 1987. La temperatura media terrestre è già aumentata di 1,1 gradi rispetto all'epoca preindustriale e l'Accordo di Parigi nel 2015 ha fissato come soglia preferibilmente da non superare quella del +1,5 ºC. Ebbene, tanto per farsi un'idea, continuando a emettere gas CFC come se nulla fosse avremmo dovuto fare i conti con uno scenario di surriscaldamento del pianeta di 3,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali.

Inoltre, il continuo esaurimento dell'ozonosfera, fanno notare gli esperti, non avrebbe fatto altro che compromettere la capacità della Terra di assorbire l'anidride carbonica (la famigerata CO2) dall'atmosfera. Si stima che senza il bando dei CFC entro il 2100 ci sarebbero state 580 miliardi di tonnellate in meno di carbonio immagazzinate nelle foreste e nel suolo.

Insomma, anche se non lo vediamo, lo strato di ozono presente nella stratosfera svolge un ruolo fondamentale per il nostro pianeta e cercare di preservarlo rappresenta un piccolo tassello tra le azioni di contrasto alla crisi climatica. Tuttavia, se vogliamo evitare il peggio, bisogna fare molto di più: innanzitutto, occorre ridurre drasticamente le emissioni di gas serra fin da subito. Il monito lanciato pochi giorni fa dall'Ipcc, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, è stato chiarissimo.

Fonte | "The Montreal Protocol protects the terrestrial carbon sink", pubblicato su Nature il 18 agosto 2021.