Il Brasile finisce nel Guinness world record, ma per un pessimo motivo: la deforestazione in Amazzonia

Dal 2002 al 2019 il Paese sudamericano ha il primato di distruzione di foreste tropicali, con quasi 25 milioni di ettari. E in termini percentuali c’è chi fa anche molto peggio.
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Gianluca Cedolin 19 Ottobre 2021

Solitamente entrare nel Guinness world record è motivo di soddisfazione e di orgoglio. Nella prossima edizione però, quella del 2022, il Brasile finirà nelle pagine del libro dei primati per un'impresa tutt'altro che meritevole di elogi: tra il 2002 e il 2019 ha battuto il record mondiale di distruzione delle foreste tropicali. Sul libro si leggerà che nel paese sudamericano sono scomparsi – sia in maniera naturale sia in maniera illegale – 24,5 milioni di ettari di foreste, una superficie pari al 7,1% di tutta la foresta primaria esistente in Brasile nel 2001.

Certo, il Brasile è anche il paese che in termini assoluti ha la più grande superficie occupata dalla foresta pluviale, perché il 60% dell'intera Amazzonia si estende dentro i suoi confini, ma proprio per questo motivo dovrebbe tutelarla. È quasi superfluo ripetere l'importanza di questo ambiente per la tutela della biodiversità, la cattura dei gas serra (sempre meno, però), la sopravvivenza delle comunità che ci vivono all'interno. Eppure, in Brasile ogni anno vengono deliberatamente distrutti centinaia di migliaia di ettari di foreste, un fenomeno purtroppo in aumento, come denunciano varie ong ambientaliste, da quando al governo c'è Jair Bolsonaro, noto negazionista climatico.

Per inserire il Brasile nel libro, il Guinness world record ha usato i dati raccolti dal Global forest watch (Gfw) sulla base di studi condotti dall'Università del Maryland, negli Stati Uniti. Il Brasile è, come detto, primo per ettari distrutti, ma se guardiamo alla percentuale, ci sono dei paesi protagonisti di record ancor peggiori. Il Paraguay, in questo senso, è al primo posto: qui tra il 2002 e il 2019 è andato perduto poco meno di 1 milione di ettari di foresta primaria, che equivalgono però al 28,7% del totale di foresta esistente nel 2001, quasi un terzo.