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Il cambiamento climatico rischia di bloccare la filiera dei vini italiani

Secondo un report di Unione Italiana Vini, Vinitaly e Prometeia da oggi fino al 2050, l’intero settore del vino potrebbe perdere 2.7miliardi di euro, ma come si può reagire all’aumento delle temperature?
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Mattia Giangaspero 4 Aprile 2023

Quello che ti sto per raccontare non è di certo una novità, ma una pessima conferma di come il cambiamento climatico sta causando danni che impattano e di molto alcune produzioni italiane. Una che è più legate al benessere dell'ambiente, del clima e della terra è quella del vino. Secondo l'ultimo report di VinItaly la filiera dei vini italiani dovrà sempre di più cercare di trovare soluzioni innovativi per contrastare l'aumento delle temperature. Lo stesso settore infatti adesso pensa già a come agire per mantenere stabili volumi e qualità del vino. Ma quali sono gli effetti del clima sulla vendemmia?

Come sarà il futuro del vino con il cambiamento climatico?

Parlando di export adesso (anche perchè il settore dei vini italiani è molto forte nelle esportazioni, questo lo sanno tutti), il tema della sostenibilità diventa un tema cruciale. L'indotto del vino (tecnologie e macchinari per il vigneto, la tecnologia e il controllo di qualità) per l'esportazioni infatti vale 31,3 miliardi di euro, impegna 530mila aziende con circa 870mila lavoratori.

Lo stesso rapporto, che ha emesso la sentenza sul futuro del vino, sottolinea come il settore del vino garantisce una crescita economica del Paese e del made in Italy:

“Dall’analisi di oltre 40 settori rappresentativi delle cosiddette 4A (Abbigliamento, Alimentare, Arredamento, Automazione), il vino, con un attivo della bilancia import-export di +7,4 miliardi di euro, si colloca al primo posto per livello del saldo commerciale, lasciandosi alle spalle sia il sistema moda che la meccanica strumentale”.

Il rischio è che tutto questo valore economico potrebbe crollare. Secondo le stime del rapporto di Unione Italiana Vini, Vinitaly e Prometeia, i cambiamenti climatici potrebbero costare alla filiera del vino lo 0,7% del fatturato annuo, cento milioni, da qui fino al 2050. L'importo totale diventa significativo nel suo complesso. Si parla di circa 2.7miliardi di euro. Ecco adesso i rischi concreti del cambiamento climatico sul vino.

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Vino e clima, cosa cambia?

A causa della siccità e di conseguenza anche dell'anticipo delle stagioni, l'acino d'uva che si utilizza per fare il vino potrebbe subire delle alterazioni. In sostanza con un clima caldo l'acino matura prima e sempre più rapidamente. Questo fa si che le percentuali di zucchero sono maggiori e quindi il grado alcolico aumenta. Per questo motivo si è costretti ad  costretti ad anticipare la vendemmia rispetto ai periodi soliti. Un secondo parametro è quello dell'acidità e delle sue varianti fondamentali per avere tipologie diverse di vini e diversi aromi. Se però, come già sta accadendo, le temperature ideali cambiano, questa acidità viene meno e ancora non si sa come individuare una soluzione a questa problematicità.