Il cibo in scadenza fa male alla salute? Le proprietà nutrizionali

Contrariamente alla data di scadenza, il termine minimo di conservazione non è un limite oltre il quale un cibo può diventare pericoloso per la salute. Più passa il tempo, però, più gli alimenti possono perdere le loro proprietà nutrizionali. Ecco come conciliare l’esigenza di non sprecare cibo commestibile con la necessità di fornire al tuo organismo alimenti di qualità elevata.
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Dott.ssa Silvia Soligon Biologa nutrizionista
3 Maggio 2021 * ultima modifica il 03/05/2021

Te ne sarai accorto: nel nostro Paese, ritrovarsi fra le mani un cibo su cui non sia riportata una data di scadenza o un “preferibilmente entro il” è praticamente impossibile. Fatti salvi alcuni casi (come quello della verdura fresca non tagliata), si tratta di un'indicazione obbligatoria che ti aiuta a garantirti un'alimentazione sicura. D'altra parte, potresti anche aver sentito dire che, se conservati correttamente, i cibi possono essere consumati anche qualche giorno (a volte addirittura qualche mese) dopo il termine minimo di conservazione, cioè la famosa data entro cui sarebbe preferibile consumarlo, senza temere che possa fare male alla salute. Una buona notizia se odi gli sprechi: non tutto il cibo che potresti aver conservato più del dovuto nella tua dispensa o nel tuo frigorifero è necessariamente destinato al bidone della spazzatura.

Attenzione, però, perché se è vero che evitare gli sprechi è una scelta importante da cui dipende non solo il tuo benessere ma anche quello del resto del Pianeta, d'altra parte è lecito domandarsi se le proprietà nutrizionali di un alimento conservato consumato oltre il termine minimo di conservazione siano le stesse di quelle dello stesso cibo consumato entro i termini previsti.

Data di scadenza e termine minimo 

Prima di rispondere a questa domanda è fondamentale sapere esattamente di quali alimenti stiamo parlando. Non mi sto riferendo a quelli che riportano sulla loro confezione la dicitura “da consumarsi entro”, ossia una data di scadenza. Infatti una volta superata la scadenza questi cibi non sono più considerati sicuri per la salute di chi li consuma. Escludiamoli, quindi, da questo discorso e concentriamoci su quelli che riportano invece un termine di minimo di conservazione.

Questa secondo tipo di data si riferisce al momento fino al quale l'alimento, se conservato in modo opportuno, mantiene intatte le proprietà organolettiche, per esempio il sapore. Consumarlo dopo questa data non comporta rischi per la salute, a patto che sia ancora nella sua confezione integra e che non presenti segni evidenti di deterioramento, ma le papille gustative potrebbero non esserne deliziate allo stesso modo. I succhi di frutta, il caffè e l'olio extravergine di oliva tendono, per esempio, a perdere sapore. Cosa succede, invece, ai loro nutrienti?

Le proprietà in pericolo

Anche le proprietà nutrizionali del cibo che ha passato il termine minimo di conservazione dipendono in gran parte dal come è stato conservato. Se carboidrati e proteine sono piuttosto stabili, molte vitamine possono essere perse sia per esposizione all'aria, sia per esposizione alla luce o a temperature elevate. Può così capitare che un alimento conservato troppo a lungo, magari in modo non ottimale, sia meno ricco di vitamina A, di vitamina C, di vitamina B6, di acido folico o di vitamina K. Luce e calore possono impoverire anche gli alimenti ricchi di vitamina D, e le temperature elevate sono nemiche dei grassi, che a causa del calore possono irrancidire.

Attenzione alla verdura

Un caso particolare è quello della verdura fresca. Come accennato, nel suo caso il termine minimo di conservazione non è obbligatorio, a meno che non sia sbucciata o tagliata, ma questo non significa che possa essere conservata a tempo indeterminato senza che la sua qualità nutrizionale ne faccia le spese. Pensaci bene quando l'acquisti.

Magari non badi a spese, acquistandola solo se biologica e quindi a un prezzo più elevato, ma poi la lasci in frigorifero un'intera settimana prima che arrivi il momento di essere consumata. Nel frattempo, anche la verdura più pregiata perderà parte dei suoi preziosi micronutrienti. O magari compri al supermercato frutta e verdura che arriva da molto lontano e che, strada facendo, ha avuto abbastanza tempo per perdere molte delle sue proprietà nutrizionali. Per evitarlo sarebbe meglio mangiare prodotti di stagione provenienti dal territorio in cui si vive.

No allo spreco, sì alla salute

Cosa fare, quindi? Far finire nell'immondizia cibo ancora commestibile o rinunciare alla qualità a favore di un'alimentazione più sostenibile perché priva di sprechi? La soluzione, probabilmente, sta nel mezzo e la strategia migliore è cercare di organizzare al meglio i propri acquisti. Evita di riempire a dismisura la tua dispensa e se hai più confezioni di uno stesso alimento metti in bella vista quelle con un termine minimo di conservazione più vicino, in modo da consumarli prima. E non lasciare appassire la verdura nel tuo frigorifero, ma consumala entro pochi giorni dall'acquisto. Contribuirai a ridurre gli sprechi e a rendere l'alimentazione umana più sostenibile per il pianeta senza dover rinunciare alla qualità nutrizionale dei tuoi piatti.

Laureata in Scienze Biologiche con un dottorato in Scienze Genetiche e Biomolecolari, ha lavorato nel campo della ricerca fino al 2009 altro…
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