
Sapevi che a Cristoforo Colombo la cioccolata non piacque molto? E che la prima tavoletta è stata inventata solo nel 1849? Il cioccolato è da sempre un alimento che affascina, perché conquista tutti, dai bambini agli anziani. Lo trovi abbinato a moltissimi ingredienti e in tante forme diverse. Ma ogni quadretto racchiude un pezzo di storia, che parte dalle America Latina e arriva fino noi, più di 3mila anni dopo.
Inizia tutto 1500 anni prima della nascita di Cristo. In America centrale vive una civiltà precolombiana che forse non avrai mai sentito nominare: gli Olmechi. Molto importanti per la storia del cioccolato, perché sono loro a trovare nel sottobosco la pianta che produce le fave di cacao. La chiamano Kakawa, ma dell'uso che ne facevano loro si conosce ben poco.
I primi a coltivare il cacao furono invece i Maya, riempiendo di campi la penisola dello Yucatan, il Chiapas e le coste del Guatemala. Per loro e per vicini Aztechi non era una semplice pianta, ma il cibo degli dei (kakaw uhanal) e, quello che non veniva usato come moneta, poteva essere mangiato solo dai nobili e dai guerrieri. Anzi, bevuto. Perché il cacao veniva sciolto in acqua calda e reso una bevanda con l'aggiunta di vari aromi, fra i quali il peperoncino. Non solo, ma queste popolazioni amavano particolarmente fare in modo che si formasse una schiuma grazie a ripetuti travasi. Il missionario gesuita Josè de Acosta, vissuto durante il XVI secolo, ci racconta che il gusto di questa schiuma era piuttosto sgradevole.
Come potrai immaginare, il primo europeo a poter gustare il cacao fu Cristoforo Colombo nel 1502, quando sbarcò in Honduras. Bè, non gli piacque granché, anche se portò comunque alcuni semi per mostrarli al re e alla regina di Spagna, Ferdinando e Isabella di Castilla, che avevano finanziato il famoso viaggio. In quel periodo però gli Aztechi avevano apportato qualche modifica alla bevanda preferita dai nobili e l'avevano chiamata chocolatl .
Ma se oggi puoi mangiare il cioccolato, devi ringraziare Hernàn Cortés, che nel 1519 arriva in America Latina e viene scambiato per un dio (Quetzalcoatl, che secondo la leggenda doveva tornare sulla Terra proprio quell'anno) dalle popolazioni locali. E qual è il cibo adatto a un dio? Esattamente, il cacao. L'imperatore Montezuma gliene regala addirittura un'intera piantagione e Cortés sette anni dopo lo porta in Spagna.
Gli europei hanno imparato a cucinare le fave di cacao dagli Indios, per cui anche nel Vecchio Continente si diffonde come bevanda. Ma la tradizione culinaria in questa parte di mondo si è sviluppata in modo diverso e i monaci tolgono il peperoncino, la addolciscono con miele e vaniglia e la rendono più densa con un po' di farina. Benvenuta cioccolata calda!
Per tutto il ‘500 ne possono godere solo gli spagnoli. Le altre nazioni lo conoscono a partire dal secolo successivo e lo elevano a rimedio medico. Questo perché secondo gli Aztechi era uno stimolatore per il corpo e per i sensi. Così succede che nel 1653 Bonaventura d'Aragona scrisse che i cioccolato era un buon rimedio per la milza e per lo stomaco, mentre gli speziali nel XVII e XVIII secolo lo consigliavano per curare tosse e raffreddore.
Nel ‘600 comunque i "semi delle americhe" arrivano in Italia, partendo da Firenze. La figlia di Filippo II di Spagna infatti aveva sposato Carlo Emanuele I duca di Savoia e diffuso il cacao alla corte di Cosimo III de' Medici. Da questo momento di diffonde in Austria, Francia, Olanda e in tutto il resto d'Europa, tanto che già nel ‘700 i veneziani potevano comprarlo nelle botteghe del caffè, che nascevano proprio in quegli anni.
La produzione di cacao in America Centrale e del Sud aumenta in modo esponenziale. In Europa, tutti lo vogliono. In Francia aprirono le prime fabbriche di cioccolato, a Torino Pierre Paul Caffarel inventa una macchina per produrne 300 kg al giorno e nel 1849 a Birmingham, in Inghilterra, viene prodotta la prima tavoletta.
E' questo il periodo in cui nascono tutti i prodotti che conosci oggi: nel 1828 l'olandese Conrad J. van Houten inventa il burro di cacao, nel 1852 Michele Prochet a Torino mischia il cacao con le nocciole tritate e crea il gianduia e nel 1875 fece il suo ingresso nel mercato il cioccolato al latte, a opera dello svizzero Daniel Peter.
Le barrette di cioccolato da 30 o 40 gr vengono messe a punto in Belgio nel 1900. Ormai la creatività non ha più freno e arrivano le praline, i biscotti al cioccolato, le uova, il gelato e tutti i dolci che conosci anche tu. Ne nascono studi per indagarne le proprietà, le multinazionali si appropriano della produzione di cacao a cui è contrapposto il cioccolato equo e solidale. Arrivano eventi, gare fra mastri cioccolatai e fiere. Celebrato non più come cibo degli dei, ma come dolce per eccellenza.
Fonti| Eurochocolate