Il conflitto in Ucraina è anche una catastrofe ambientale

La guerra non significa solo caduti tra gli eserciti, vittime civili, palazzi sventrati, città rase al suolo. Ma anche catastrofe ambientale, dovuta alla devastazione dei territori, ai rischi per la biodiversità, a incidenti pericolosi ad aziende chimiche o a centrali nucleari. Quanto sta avvenendo in queste settimane in Ucraina potrebbe avere conseguenze in futuro, anche una volta che le armi si saranno abbassate. La storia, del resto, insegna che l’ambiente è la vittima silenziosa dei conflitti.
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Michele Mastandrea 13 Maggio 2022

"Mi piace l'odore del napalm al mattino". Se non te la ricordi, è una citazione tratta da ‘Apocalypse Now‘ di Francis Ford Coppola, uno dei film più famosi sulla guerra del Vietnam. A pronunciarla è il colonnello Kilgore, mentre è in corso uno dei bombardamenti aerei sul Paese asiatico. Bombardamenti che avvennero nella realtà con l'utilizzo del famoso "Agente arancio", erbicida utile a distruggere le foreste che davano riparo ai guerriglieri vietcong.

Quella scena non è solo un simbolo degli orrori della guerra, della sua brutale normalità: lo è anche delle conseguenze sull'ambiente degli eventi bellici. Conseguenze dalla durata imprecisata: anche a decine di anni di distanza, devi sapere, gli effetti delle devastazioni causate dagli agenti chimici hanno colpito la popolazione locale e la biodiversità nel Paese del Sud-Est asiatico.

L'ambiente, vittima dei conflitti

Intere aree del Vietnam sono infatti ancora contaminate dalle sostanze chimiche usate. Numerosi sono i parti prematuri e gli aborti spontanei, con moltissimi bambini nati con malformazioni o sviluppando malattie come linfomi o sarcomi. Malattie che hanno colpito anche gli stessi militari Usa presenti sul terreno vietnamita. A dimostrazione del fatto che danneggiare l'ambiente è un comportamento non solo negativo, ma anche controproducente.

Sebbene non completamente quantificabile, soprattutto a conflitto in corso, l'impatto sulla natura delle guerre è dunque senza dubbio rilevante. Lo ha spiegato anche Doug Weir, direttore del Conflict and Environment Observatory (Ceobs), in un'intervista al New York Times: "L'ambiente è la vittima silenziosa dei conflitti". E gli effetti più pesanti dei combattimenti a volte emergono solo nei decenni successivi alla fine delle operazioni militari.

L'Ucraina a rischio catastrofe

Capirai allora il rischio che quanto successo in Vietnam possa avvenire nei prossimi anni in Ucraina. La situazione di partenza del Paese, purtroppo, si presentava già con numerose criticità. L'Ucraina è uno dei territori più industrializzati e più inquinati dell'ex Unione Sovietica, i cui decisori politici non avevano certo la tutela dell'ambiente tra le loro principali priorità, tra cui svettava invece un rapido sviluppo industriale.

Basti pensare ai rischi in corso in questo momento per la sicurezza delle centrali nucleari di fabbricazione ex sovietica, come quella di Zaporizhzhia, al centro nelle scorse settimane di una contesa tra le forze armate dei due Paesi belligeranti. Ma anche alle bombe che cadono in aree protette, uccidendo sul colpo migliaia di animali e mettendo a serio rischio l'equilibrio dei loro habitat. Un esempio concreto è quello della Riserva della Biosfera del Mar Nero, dove svernano centinaia di migliaia di uccelli migratori: situata nelle vicinanze di città come Kherson e Mikolayv, terreno di scontri durissimi, è attualmente occupata dalle forze dell'esercito russo.

Danni incalcolabili

Non solo. Devi anche pensare ai costi ambientali derivanti dalla produzione di armamenti, industria fortemente energivora. O alla perdita di decine di migliaia di ettari di foreste, causata dalla necessità di aprirsi vie logistiche e di comunicazione. O alle tutt'altro che trascurabili emissioni di CO2 prodotte dal conflitto, relative all'utilizzo degli aerei e dei mezzi cingolati, così come allo spostamento delle truppe. Oppure, ancora, alle aree coltivabili, che vengono devastate dalle operazioni militari e da sversamenti tossici di materiali inquinanti.

La guerra non è inoltre scoppiata "solamente" a febbraio 2022, in particolare in alcune aree dell'Ucraina orientale. Sin dal 2014 infatti, nella regione contesa del Donbass, i combattimenti proseguono con gravi danni all'ambiente e alla popolazione. Il Donbass, che comprende i territori delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk, possiede circa 200 dei 465 siti di stoccaggio di rifiuti industriali del Paese, dove vengono portati gli scarti delle attività tra le più nocive esistenti. Molte delle industrie metallurgiche, chimiche e siderurgiche della regione sono giudicate precarie dal punto di vista ambientale, anche semplicemente per la loro età avanzata.

Insomma, questa guerra significa anche una probabile catastrofe ambientale. Per uscirne, anche se ora la misurazione dei suoi danni non è facile, potrebbero servire decenni di investimenti per operazioni di bonifica, sminamento dei terreni, ripristino degli habitat. Ma nel frattempo, le perdite potrebbero essere incalcolabili.