
Quando ti trovi in un negozio di abbigliamento a volte è davvero difficile resistere. In particolare nei periodi di sconti e occasioni, quando ogni maglietta, camicia, borsa e cintura sembra più appetibile e meritevole di attenzione, frenare la smania di accaparrarti l’ultimo capo sembra impossibile e lasciarti andare agli acquisti sfrenati è quasi liberatorio. Ma quante volte ti sarà capitato di uscire dal negozio carico di sacchetti e poi indossare quei capi una o due volte al massimo per poi relegarli in fondo all’armadio? E quante volte cedi alla tentazione dell’acquisto solo perché il prezzo è talmente basso da trasformare un oggetto in un’occasione imperdibile? Purtroppo però, qui la questione non si riduce soltanto a un portafoglio un po’ più leggero.
Ciò che si cela dietro allo shopping “inconsapevole” è un impatto ambientale e sociale molto forte, che comporta inquinamento, sfruttamento e il finanziamento di un mercato che deve cambiare. E per farlo, una grande responsabilità l’abbiamo noi consumatori, gli unici in grado di orientare davvero l’offerta. Come fare quindi per rendere i tuoi acquisti più consapevoli e meno impattanti? Eccoti dieci consigli.
Non tutto ciò che compriamo ci serve. Anzi, capita spesso di trovarsi all’interno di un negozio e lasciarsi tentare irresistibilmente un capo che, una volta comprato senza nemmeno averlo provato, potrebbe essere indossato solo una volta, o peggio relegato in fondo a un armadio in attesa di essere ritrovato tra qualche anno. Per questo una buona abitudine potrebbe essere quella di fermarsi qualche minuto in più a riflettere prima di dirigersi verso la cassa. Una domanda che puoi porti prima di consegnare carta o contanti può essere “ne ho davvero bisogno o è soltanto uno sfizio?”. Vedrai che qualche minuto di riflessione in più potrà aiutarti a risparmiare tempo, soldi, inquinamento e spazio prezioso nell’armadio.
Un’alternativa all’aggirarsi in modo irrequieto tra scaffali e manichini cercando di non scontrarti con le altre persone alla ricerca del capo perfetto può essere approfittare dei mercatini dell’usato, in cui vengono esposti e messi a disposizione abiti e accessori già usati in precedenza ma in buono stato, naturalmente a un costo inferiore. Può essere una bella occasione per dare una seconda occasione a un capo già scartato da qualcuno senza contribuire a una nuova produzione ma usando un oggetto finché è ancora in buono stato.
Lo swap, ovvero lo scambio, il baratto è una pratica antichissima che si è andata perdendo nel corso dei secoli. Eppure ultimamente sembra essere tornata di moda l’abitudine a dare qualcosa per ricevere in cambio qualcos’altro, evitando passaggi di denaro ma dedicandosi solo allo scambio di oggetti. E se stai pensando che nessuna delle persone che conosci potrebbe essere interessata a un’attività di questo genere, non preoccuparti. Da tempo ormai in tutta Italia vengono organizzati degli “Swap Party”, ovvero degli eventi aperti a tutti in cui puoi recarti con oggetti in buono stato che non usi più e consegnarli, ottenendo in cambio la possibilità di scegliere qualcosa che è stato portato da qualcun altro.
Si parla molto di riciclo e fai da te. Magari non lo hai mai fatto o non hai mai trovato il tempo di dedicartici. Magari in una domenica piovosa o in un pomeriggio libero, invece che stare davanti al computer oppure piazzarti sul divano a fare zapping, potresti provare a reinventare gli abiti che non usi più trasformandoli in qualcos’altro. Di idee sul riutilizzo dei tessuti è pieno Internet, non ti resta che informarti, armarti di ago e filo e provare a trasformare le tue vecchie camicie e t-shirt.
Così come nell’alimentazione, anche nel campo dell’abbigliamento acquistare artigianale è spesso cosa buona e giusta. Abiti che escono da aziende familiari, imprese locali che non si basano su un meccanismo di sovrapproduzione orientato sulla quantità a discapito della qualità, avranno sicuramente un impatto minore sull’ambiente e sui loro lavoratori. Lo noterai dalla fattura e dalla durata, che non si esaurisce in una sola stagione. Per questo, quasi sicuramente finiranno per costare un po’ di più. Ma ne varrà la pena.
Se sai che un determinato brand è sostenibile e si fonda su una filiera produttiva rispettosa dell’ambiente e delle persone, punta su quello. Nel caso in cui avessi davanti un marchio che non conosci, prenditi qualche minuto per leggere le etichette e informarti sul marchio che stai per acquistare, cercando di valutare se valga la pena fare quell’acquisto e finanziare quel genere di produzione.
Ormai non ci sono più scuse. Che l’iper produzione indiscriminata di abiti finalizzati a durare solo una stagione per essere subito buttati, archiviati e cambiati sia dannosa per tutti è ormai cosa nota. Eppure c’è chi ancora non riesce a fare a meno del capo a bassissimo costo da usare un paio di volte, con un atteggiamento prossimo all’usa e getta. Tuttavia, sebbene i soldi che hai tirato fuori dal portafoglio per acquistare quel capo non siano molti, non si può dire lo stesso dei danni che si celano dietro la sua produzione e successivo smaltimento. La prossima volta che stai per entrare in una catena di fast fashion prova a fermarti a riflettere. La possibilità di sfoggiare quel vestito leggero qualche volta quest’estate vale tutta l’ingiustizia e l’impatto ambientale che vi si cela dietro?
In Italia ancora non è una pratica diffusa, ma il fashion renting sta ormai conquistando le appassionate di moda di grandi Paesi come Stati Uniti, Cina e Regno Unito. Si tratta in pratica della possibilità di noleggiare, anche online, un capo di abbigliamento di alta moda a un prezzo accessibile, da utilizzare anche solo per una singola occasione speciale. Una vera e propria occasione di avere un guardaroba ricchissimo senza dover trovare continuamente spazio tra appendiabiti e scaffali. Una rivoluzione nel campo dell’abbigliamento, non a caso si dice che nel 2023 questa pratica potrà arrivare a valere due miliardi di dollari.
Quando su un’enorme etichetta rossa leggi che il costo di quel capo è scontato al 70% e quindi invece di 100 euro hai la possibilità di pagarlo 30, fai attenzione. Per prima cosa, il fatto che un oggetto sia venduto a prezzo scontato non significa che tu debba acquistarlo per forza, se non ti serve. Inoltre, non sempre questa riduzione di prezzo è esattamente come sembra. Cerca di verificare che il prezzo iniziale segnalato sia esattamente quello attribuito al capo prima che ci fossero i saldi.
Negli ultimi anni, con l’aumento della consapevolezza riguardo la necessità di rendere sostenibile anche il mercato dell’abbigliamento, hanno iniziato a nascere anche diversi brand che hanno fatto della sostenibilità il loro punto di forza. Delle vere e proprie oasi per tutti coloro che vogliono andare sul sicuro nell’acquisto dei loro vestiti, senza contribuire per forza a un mercato che distrugge l’ambiente e non rispetta i lavoratori. Per questo, ti basterà guardarti un po’ attorno e scegliere di supportare queste realtà che, molto più di altre, meritano di rimanere in piedi per continuare a creare consapevolezza e rendere il mondo un posto migliore.