Il fiume Po combatte contro la siccità, ma è ai minimi storici: l’esperimento del Wwf che può salvarlo

Europa e Wwf provano a trovare una soluzione efficace per evitare il peggio. Per evitare che i grandi fiumi come il Po perdano la loro portata d’acqua a causa dei cambiamenti climatici e delle poche precipitazioni nei mesi invernali e primaverili. L’analisi di Anbi e i progetti di Wwf e Europa.
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Mattia Giangaspero 17 Aprile 2023
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Se il 2022 verrà ricordato come l'anno dei record negativi, quando si parla di precipitazioni di pioggia e siccità, il 2023 potrebbe essere ricordato come l'anno in cui il fiume Po rischia di perdere tutta la sua portata. Infatti da circa un mese il Po ha raggiunto il suo minimo storico registrando appena 338 metri cubi d'acqua, un livello pari a quello di giugno 2022. Però averlo raggiunto già entro la fine del mese di marzo non può essere considerato proprio la stessa cosa. Anche perchè questa stagione prevede precipitazioni di pioggia molto maggiori. Il dato della bassa portata del fiume è stato attestato dall'Osservatorio dell'Associazione nazionale dei consorzi di bonifica e irrigazione, l'Anbi. E la stessa Anbi lancia l'allarme sulla crisi idrica estrema che sta colpendo il più grande bacino d'Italia e già con più di 40-50 giorni d'anticipo rispetto all'anno scorso. Dall'altro lato un modo per salvare il Po esiste.

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Il fiume Po può essere salvato, il progetto del Wwf

E se si ripristinasse il collegamento tra il Trebbia e il suo affluente Perino? In questo modo le acque potrebbero sfociare nel Po vicino a Piacenza e sempre in questo modo si potrebbe alzare il livello del fiume e combattere la siccità. Il progetto parte da Wwf Italia che ha avviato uno studio di fattibilità per riattivare la connessione dei due corsi d'acqua, ma si tratta anche di un progetto dell'Unione Europea. L'Europa ha come strategia quella di creare una vera e propria unione di affluenza di torrenti e piccoli fiumi per far implementare la portata dei fiumi più grandi. Il progetto in questo caso riguarda l'agenda della biodiversità 2030. Entro quell'anno l'obiettivo è ristabilire lo scorrimento libero di almeno 25mila chilometri di fiumi eliminando barriere obsolete e ripristinando le pianure alluvionali e le zone umide. Per il Trebbia e il Perino il Wwf porta lo stesso identico progetto: analisi e valutazione di tutte le barriere censite. Si tratta di una campagna che prende il nome di "ReNature" ed è stata inserita all'interno del Pnrr. Con ReNature sono previsti altri interventi in zona Pavia e Rovigo per riammodernare l'intero sistema idrico, mettere in sicurezza il sistema fluviale e individuare ed eliminare specie invasive. Saranno interessati quasi 32.500 ettari, con un investimento di 360 milioni di euro.