Il futuro dei trattamenti per il glaucoma? Il prof. Rossetti: “Ora sappiamo come migliorare la qualità di vita dei pazienti”

Nella settimana dedicata alla sensibilizzazione sul glaucoma, abbiamo parlato con il professor Luca Rossetti, direttore della Clinica Oculistica dell’Ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano, per approfondire le potenzialità della citicolina: un neuroprotettore al centro del futuro delle cure di questa malattia cronica e progressiva.
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Kevin Ben Alì Zinati 17 Marzo 2023
* ultima modifica il 20/03/2023
Intervista al Prof. Luca Rossetti Direttore della Clinica Oculistica dell’Ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano e Ordinario di Malattie dell’Apparato Visivo alla Statale di Milano

Oltre il 2,5% della popolazione mondiale ne soffre, 800mila persone solo in Italia. Sono i numeri che circoscrivono l’impatto del glaucoma, una malattia cronica e progressiva che colpisce il nervo ottico. Una patologia importante il cui peso tuttavia va ben oltre i numeri.

“Il glaucoma è una malattia impattante dal punto di vista della salute pubblica perché è potenzialmente grave e può portare alla cecità. Basti pensare che in un quarto dei casi un occhio va incontro alla perdita della vista mentre nel 10% dei casi tocca a entrambi. Secondo il professor Luca Rossetti, Direttore della Clinica Oculistica dell’Ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano e Ordinario di Malattie dell’Apparato Visivo alla Statale di Milano, il glaucoma rappresenta anche una patologia subdola dal momento che nelle sue fasi iniziali è totalmente asintomatico: “Circa la metà dei pazienti con glaucoma non sa di averlo e ciò rende la diagnosi precoce molto difficile”. 

Non è un caso quindi che questa patologia sia stata al centro di una campagna di sensibilizzazione durata un’intera settimana, quella appena passata.

Professor Rossetti, sette giorni dedicati al glaucoma anziché una singola giornata come succede per altre tante malattie. Vuol dire che nonostante tutto c’è ancora poca consapevolezza su questa patologia?

Credo che da un lato ci sia una forte disinformazione: molti non sanno nemmeno cosa sia il glaucoma o pensano che sia un tumore. Dall’altra parte poi c’è anche pigrizia: il glaucoma è una patologia che si presenta asintomatica e molti pensano che non serva andare dal medico o dall’oculista se non si hanno problemi evidenti alla vista.

Come si dovrebbe intervenire secondo lei?

Sicuramente serve un cambio di cultura, che si ottiene attraverso forti campagne di awareness e di informazione massiva. I pazienti dovrebbero essere maggiormente spinti a farsi controllare, anche in assenza di disturbi. Diversi studi epidemiologici effettuati in Europa, America e Australia hanno dimostrato che circa la metà dei pazienti con glaucoma non sa di avere la malattia. Il paziente dovrebbe sapere che una semplice visita oculistica, effettuata ogni due anni, dopo i 40 anni, può aiutare davvero a rintracciare eventuali patologie silenziose come questa. E ricordiamo che sono visite che si possono fare gratuitamente con il servizio sanitario nazionale.

Che cosa significa vivere con il glaucoma?

Facciamo un confronto con la maculopatia, l’altra grande patologia dell’occhio. Questa è subito sintomatica perché la macula è la parte della retina con cui vediamo gli oggetti più piccoli: se si perde la funzione maculare, il danno è immediatamente percepibile. Il campo visivo invece, che rappresenta la porzione di spazio percepita dall’occhio, non riguarda la parte centrale e se lo si perde non ci si accorge finché il danno non è grave. La maculopatia fa perdere la vista a livello maculare e chi ne soffre non può guidare l’auto e non legge il giornale ma ha la retina periferica che funziona: chi perde il campo visivo a causa del glaucoma non vede proprio nulla.

Accorgersene per tempo è difficile, visto che i segnali purtroppo emergono quando la malattia è già in fase avanzata. Come si può quindi fare prevenzione contro il glaucoma?

Nel caso del glaucoma si fa prevenzione del danno e non della malattia. Ciò che possiamo fare è andare a scovare la malattia molto presto, quando i danni sono poco insistenti, e trattarla attraverso le terapie ad oggi disponibili. Se la si cura per tempo si avrà la seccatura di dover sottostare a trattamenti per tutta la vita ma si eviterà un danno visivo importante.

Parliamo di trattamenti.

Età e pressione oculare sono i due maggiori fattori di rischio. Se sull’età non abbiamo alcun controllo, sulla pressione oculare invece si può intervenire in maniera importante. Le cure per il glaucoma, infatti, sono mirate a normalizzare la pressione oculare attraverso farmaci e colliri. Se non sono sufficienti ci sono soluzioni interventistiche come il laser o approcci chirurgici finalizzati a ridurre la pressione dell’occhio. La pressione oculare è una delle cause, non è la malattia stessa ma, se si interviene su questo aspetto, non si arresta completamente la malattia ma si riduce di molto la velocità di progressione. Ma il futuro dei trattamenti del glaucoma va in un’altra direzione.

Cioè?

Ormai sappiamo che per trattare il glaucoma serve proteggere le cellule della retina, quelle che si connettono al cervello. L’obiettivo quindi è tutelare il tessuto che si guasta e che determina la cecità. Per questo si sta investendo molto nella neuroprotezione: può rappresentare l’inizio di una potenziale rivoluzione terapeutica.

L’ultimo suo studio appena pubblicato sulla citicolina va proprio in questa direzione. 

Questa molecola ha un meccanismo di azione multifattoriale. È un neurotrasmettitore e fa parte della membrana cellulare. In passato, diversi studi clinici avevano già dimostrato che l’uso continuativo, combinato con la terapia ipotensiva poteva rallentare la progressione del danno al campo visivo nei pazienti con glaucoma. Oggi abbiamo la prova che la citicolina in soluzione orale, può davvero migliorare la qualità della vita, legata alla visione, del paziente affetto da glaucoma.

Ci spieghi meglio.

La qualità di vita si misura con questionari sottoposti ai malati, che possono valutare l’impatto su di essa, causato da una disfunzione visiva. Abbiamo usato uno di questi nel nostro studio, sottoponendo ai pazienti coinvolti 25 domande che mettono in relazione la qualità della vita con i problemi visivi. Il risultato ha dimostrato che se un paziente con glaucoma, soprattutto se con una qualità di vita alterata, segue una terapia complementare con citicolina in soluzione orale, registrava una più agevole gestione delle attività quotidiane essenziali, come camminare, leggere, guidare e fare la spesa. Si tratta di un risultato abbastanza unico se si pensa che tendenzialmente i farmaci oggi noti per il glaucoma non hanno questi effetti.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.