
Per il momento sono "solo" dieci giorni. Ma potrebbero diventare molti di più. Ti sto parlando dello stop alle attività del gasdotto North Stream 1, il principale mezzo con cui la Russia esporta gas in Unione Europea. Infatti, circa 60 dei 200 miliardi di metri cubi pompati ogni anno da Mosca all'Europa passano per questa infrastruttura, che collega la Siberia alla Germania passando per il Mar Baltico.
Ufficialmente, la pausa nelle attività del gasdotto è dovuta all'arrivo di un pezzo di ricambio dal Canada, nello specifico una turbina. La Germania ha fatto pressioni sul Canada affinché spedisca prima possibile a Gazprom il pezzo necessario per la ripresa delle forniture. Una decisione molto criticata dal governo ucraino.
L'obiettivo del governo tedesco è però mettere la Russia spalle al muro, obbligandola a svelare i propri piani di utilizzo del gas come arma di ricatto. Se i flussi non ricominceranno anche dopo la consegna della turbina, vorrà dire che siamo entrati in una nuova fase del conflitto sull'energia.
Chiaramente, data la guerra in corso, le cose sono molto più complesse. E nessuno sa ancora quale sarà la strategia russa. Al momento dunque, non è possibile fare previsioni sui futuri flussi di combustibile da Mosca. Anzi, per il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, "il taglio totale delle forniture di gas è lo scenario più probabile".
E iniziano le stime sulle possibile conseguenze di un blocco totale del gas russo in Europa. Secondo il think tank Bruegel, in caso di stop totale l'Unione Europea dovrebbe ridurre del 15% i suoi consumi, percentuale che sale al 20% nel caso della Germania. Non a caso, il ministro dell'Energia tedesco, Robert Habeck, ha rivolto un appello ai cittadini del suo Paese. "Ognuno è chiamato a fare la propria parte", ha spiegato, in una dichiarazione che pare alludere alla necessità di futuri razionamenti.
Per la Germania il problema è anche di prospettiva. Entro fine ottobre, come previsto dal piano RePowerEu, ogni Stato dell'Unione dovrà riempire al 90% i suoi depositi di stoccaggio di gas naturale. Un accumulo che dovrebbe servire a evitare le conseguenze di uno stop totale delle forniture da parte della Russia. Oggi però, la Germania ha riempito poco più del 60% dei suoi depositi.
Problemi intanto ci sono anche per l'Italia. Come affermato oggi da Eni in una nota, Gazprom ha fortemente ridotto le sue consegne di gas al nostro Paese. L'azienda russa ha infatti comunicato che "per la giornata di oggi fornirà volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno".
Insomma, un taglio improvviso di circa il 30% delle forniture, che non fa dormire sonni tranquilli per il futuro. Snam ha spiegato come la percentuale dello stoccaggio in Italia in vista dell'inverno sia arrivata al 64%. Ancora troppo poco, come detto, rispetto agli obiettivi europei. Soprattutto in vista della stagione invernale, che si annuncia – come titolato ieri dal tabloid tedesco Bild – "fredda, buia e cara".