Il ghiaccio nel Nord-Est della Groenlandia si scioglie a ritmi preoccupanti

Un nuovo studio ha rivisto al rialzo le stime, purtroppo. E il livello dei mari, di conseguenza, si alza.
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Gianluca Cedolin 17 Novembre 2022

Uno dei peggiori effetti a lungo termine della crisi climatica riguarda lo scioglimento dei ghiacciai, un fenomeno molto evidente soprattutto nella vasta regione artica. Un recente studio pubblicato su Nature ha analizzato la perdita di ghiaccio nella Groenlandia nord-orientale, concludendo che in quella zona il ghiaccio si sta sciogliendo a un ritmo elevato, molto superiore a quello ipotizzato finora.

«Le nostre precedenti valutazioni sulla perdita di ghiaccio in Groenlandia nord-orientale erano ampiamente sottostimate – ha ammesso il primo firmatario dello studio, Shfaqat Abbas Khan, della Technical University of Denmark -. Possiamo vedere che l'intero ghiacciaio si sta assottigliando e la velocità superficiale con cui si muove sta accelerando. Ogni anno i ghiacciai che abbiamo studiato si sono ritirati sempre più nell'entroterra e prevediamo che ciò continuerà nei prossimi decenni e secoli». Visto lo scenario climatico attuale, infatti, «è difficile pensare come questa ritirata possa fermarsi».

Oltre allo sconvolgimento degli ecosistemi, la perdita di ghiaccio nelle regioni artiche per il resto del mondo ha soprattutto una conseguenza: l'innalzamento del livello del mare. Andando a leggere i numeri nello studio, entro il 2100, continuando su questo ritmo il ritiro dei ghiacci della Groenlandia nord-orientale farà alzare il livello globale del mare tra i 13,5 e i 15,5 millimetri. Può sembrare poco un centimetro e mezzo in ottant'anni, ma parliamo del contributo solamente di una regione della Groenlandia.

I modelli precedenti prevedevano un scioglimento a un ritmo sei volte inferiore. Secondo il nuovo studio, invece, il contributo all'innalzamento del livello del mare della ritirata dei ghiacciai nella Groenlandia nord-orientale sarà, da qui al 2100, lo stesso dato da tutta l'intera Groenlandia negli ultimi cinquant'anni. «È possibile che ciò a cui stiamo assistendo nel Nord-Est della Groenlandia stia avvenendo anche in altri settori della calotta glaciale», ha avvertito inoltre Mathieu Morlighem, del Darmouth College, co-autore dello studio.