Il giardiniere messicano che trasforma le alghe maleodoranti in mattoni da costruzione

Un giardiniere messicano ha trasformato un’alga invasiva e maleodorante come il Sargassum in materiale edilizio. I sui “sargablock”, selezionati anche dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, sono diventati anche il punto di partenza per un progetto solidale per offrire una casa a chi non può permettersene una.
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Roberto Russo 5 Maggio 2023

Il Sargassum è un'alga invasiva dall'odore molto intenso che crea un grande problema al turismo (e non solo) nei Caraibi, visto che si accumula sulle spiagge della zona. Un giardiniere e piccolo imprenditore della penisola messicana dello Yucatán potrebbe però aver trovato un modo originale per trasformarla in una risorsa. Omar de Jesús Vazquez Sánchez – questo è il nome dell'ingegnoso giardiniere – ha infatti messo a punto una tecnica per utilizzare l'alga come materiale alla base di mattoni ecosostenibili: i "sargablok", così li ha chiamati in onore dell'alga tanto odiata.

Il suo progetto, su cui sta investendo anche il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, ha anche una finalità sociale: oltre a risolvere in modo sostenibile il problema delle alghe invasive, punta infatti anche a offrire una casa – costruite utilizzando i sargablock – a chi ne ha bisogno.

Non è la prima volta che quest'alga viene riciclata in maniera creativa: recentemente, come ti abbiamo raccontato, è stato sviluppato un progetto per usare il sargasso come fonte per realizzare di plastica compostabile.

Il problema delle alghe Sargassum nei mari

Una quantità record di Sargassum sta trasformando le acque cristalline della costa caraibica in acque marroni e puzzolenti di uova marce per via della sua decomposizione (alcune specie di sargassi hanno vesciche contenenti gas per aiutare le foglie a orientarsi verso l'alto dove la luce è più abbondante). I ricercatori attribuiscono all'inquinamento, allo sviluppo eccessivo e al riscaldamento globale la responsabilità di questa invasione di alghe che sembra non avere fine.

Stando ai dati, il governo dello stato di Quintana Roo (uno dei 31 del Messico, nella parte orientale della Penisola dello Yucatán) ha raccolto 19.000 tonnellate di sargassi dalle spiagge nel 2020, 44.000 tonnellate nel 2021 e 54.000 tonnellate l'anno scorso. Secondo gli studi quest'anno la quantità potrebbe quasi raddoppiare, tanto più che l'invasione è arrivata con mesi di anticipo rispetto al tipico inizio della “stagione” del Sargassum, che è a maggio inoltrato.

L'idea dei Sargablock

Per provare a trovare una soluzione a questo fastidioso problema Omar de Jesús Vazquez Sánchez ha lanciato un servizio di pulizia delle spiagge per rimuovere l'alga, ma di fronte al continuo aumento ha avuto un'altra idea. Nel 2018 ha così ideato un modo per utilizzare il sargasso come materia prima nella costruzione di blocchi da costruzione.

Vazquez mescola il 40% di sargassi con altri materiali organici, come l'argilla, e poi lo mette in una macchina per la formazione di blocchi di cemento. I blocchi cuociono al sole per diversi giorni prima di essere pronti all'uso. Nascono così i suoi "sargablock". Sánchez ha affermato di aver utilizzato 3.000 tonnellate di Sargassum nel 2021, 2.000 tonnellate l'anno scorso. All'inizio di aprile del 2023 ne aveva già utilizzate 700 tonnellate.

Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo ha selezionato il lavoro di trasformazione del Sargassum di Omar de Jesús Vazquez Sánchez per il suo Accelerator Lab, progetto che identifica e diffonde soluzioni creative alle sfide ambientali e di sostenibilità a livello globale.

Uno studio congiunto condotto da università inglesi e ghanesi ha rilevato che i blocchi realizzati con materiale organico come il sargasso possono durare 120 anni. Gli uffici per l'ecologia e l'ambiente del Quintana Roo hanno concluso che i blocchi sono sicuri per l'uso in edilizia.

Oggi Omar de Jesús Vazquez Sánchez non solo vende questi blocchi a progetti edilizi, ma costruisce anche alloggi a prezzi accessibili nella sua comunità. Memore della propria infanzia difficile e del fatto che la sua famiglia non abbia mai avuto una casa di proprietà, ha lanciato il progetto di Casa Angelita (dal nome di sua mamma): si tratta di case donate a famiglie bisognose, tra cui molte mamme single, ma anche coppie di anziani e genitori che sostengono figli disabili.

In apertura: foto di una spiaggia invasa dal Sargassum