
Meno uomini sulle spiagge e più tartarughe a rischio estinzione nei nostri oceani. È uno dei risultati, positivi, delle misure di lockdown messe in atto per contrastare l’emergenza Coronavirus. Era già successo India, e ora è successo anche sulla spiaggia di Janga, nella città di Paulista, in Brasile. Qui negli ultimi giorni, infatti, sono nati 97 esemplari di tartarughe embricate: i piccoli esemplari sono riusciti a raggiungere l’acqua senza il pericolo di interruzioni umane e hanno ripopolato gli oceani di una delle specie che è stata classificata in pericolo critico di estinzione dall’Unione internazionale per la conservazione della natura.
Sulla spiaggia brasiliano di Janga, in questa stagione, sono nate 87 tartarughe verdi e 204 tartarughe embricate ma l’ultima ondata è stata sicuramente la più fortunata. Le tartarughe marine embricate adulte raggiungono le spiagge sabbiose per deporre le proprie uova che, tendenzialmente, schiudono in circa 60 giorni. I piccoli esemplari appena nati sono ovviamente molto vulnerabili e la prima corsa verso l’oceano li rende facili prede non solo per gli uccelli affamati ma anche per gli esseri umani che, troppo spesso, presi dalla curiosità interrompono il naturale camino delle tartarughe verso la vita.
Questa volta, invece, grazie all’isolamento e alle misure per contenere l’emergenza Coronavirus, le tartarughe hanno trovato terreno sgombro e quasi un centinaio hanno potuto così raggiungere l’oceano. I pochi funzionari della fauna selvatica sono stati gli unici esseri umani sulla spiaggia nella città di Paulista che hanno potuto monitorare la situazione: l’assenza di esperti qualificati in grado di tutelare il loro cammino avrebbe potuto metterle in difficoltà, il viaggio invece è andato per il meglio e ora l’oceano è un pochino più ricco.