Il Nord Atlantico non è mai stato così caldo: ecco perché

Scienziati in allarme per le temperature altissime delle acque superficiali del Nord Atlantico. Qual è la situazione, quali le possibili cause e conseguenze.
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Andrea Di Piazza Geologo specializzato in Green Management
1 Luglio 2023 * ultima modifica il 02/07/2023

Poco più di un mese fa avevamo discusso in questo articolo l’aumento di temperatura media della superficie degli oceani del globo. Un evento mai verificatosi in precedenza, almeno da quando esistono gli strumenti di rilevazione, e che apre formalmente le porte a quello che gli scienziati definiscono “un territorio sconosciuto”. Gli oceani infatti contribuiscono enormemente alla regolazione del clima terrestre, oggi soggetto a profondi squilibri legati agli effetti dell’immissione in atmosfera di gas serra legati alle attività umane. Quali saranno gli impatti sul clima della Terra di questo anomalo riscaldamento ancora non è chiaro. Nel frattempo però sorprendono ancora i dati della temperatura superficiale dell’Oceano Atlantico Settentrionale che da marzo fa registrare temperature elevatissime per il periodo. È dal 1981, ovvero da quando sono iniziate le misure di temperatura, che non si osserva un’anomalia positiva così prolungata. Che sta succedendo?

La febbre del Nord Atlantico 

In estate, le acque del Nord Atlantico tendono a riscaldarsi con un picco che, storicamente, si è sempre verificato tra la fine di agosto o l’inizio di settembre. Quest’anno la temperatura superficiale media ha raggiunto i 19,9°C il 5 marzo, superando di 0,1°C il precedente record stabilito nel 2020, ma in primavera le acque hanno continuato a scaldarsi disegnando una curva che sta mandando i dati completamente fuori scala. L’11 giugno la temperatura ha raggiunto un massimo di 22,7°C, ovvero 0,5°C in più rispetto al massimo precedente stabilito nel 2010. Il 21 giugno le temperature hanno sfondato il muro dei 23°C, segnando un record dal 1982.

A preoccupare ricercatori e scienziati non soltanto i valori anomali di temperatura (quasi +1°C superiori alla media storica) ma l'estensione del fenomeno che coinvolge l'intero settore Nord Atlantico, ad eccezione di uno stretto areale difronte le coste atlantiche del Canada. Si tratta di circa 40 milioni di chilometri quadri: circa l'8% della superficie terrestre.

Quali sono le cause?

Pur essendo ancora acceso il dibattito sulle cause di questo riscaldamento anomalo e totalmente fuori stagione, i ricercatori sembrano concordare sul fatto che un indebolimento del vortice subtropicale possa avere influenzato l'aumento della temperatura superficiale del Nord Atlantico. Il Prof. Stefan Rahmstorf, docente di Fisica degli Oceani presso l'Università di Potsdam, spiega che generalmente il vortice subtropicale favorisce la discesa di acqua fredda da nord sul lato orientale dell'Atlantico e, al contrario, la risalita di acqua calda ad ovest. Se il vortice si indebolisce il trend può invertirsi, provocando un riscaldamento della zona settentrionale.

L'indebolimento del vortice potrebbe spiegare inoltre il minore apporto di sabbia sahariana sull'Oceano Atlantico, fenomeno generalmente tipico in questa parte dell'anno e che ha un effetto mitigatore sulle acque superficiali: sabbia e polveri schermano la radiazione solare incidente. Secondo le ultime stime la concentrazione di polveri provenienti dal Sahara sull'Atlantico settentrionale sarà bassa per gran parte del 2023 e ai minimi storici (almeno dal 2003) per l'inizio di giugno. Altro fattore che potrebbe aver influito sulle anomalie positive delle acque nordatlantiche è la configurazione barica piuttosto stabile che si è mantenuta su quest'area durante quasi tutto l'inverno 2022-2023: una vasta area di alta pressione, ben strutturata sia al suolo che in quota.

Il riscaldamento di questa zona del Pianeta sta avvenendo poi in concomitanza con lo sviluppo di El Niño, il riscaldamento delle acque superficiali dell'Oceano Pacifico orientale, che toccherà il suo massimo presumibilmente in inverno con conseguenze a livello climatico ancora tutte da valutare.

Quali sono gli effetti di un oceano che si riscalda?

Gli oceani sono tra i principali regolatori del clima, assorbendo circa il 90% della radiazione incidente sotto forma di calore. Inoltre, almeno dal 1750, hanno anche rimosso dall'atmosfera il 25-30% delle emissioni di CO2 prodotte dalle attività antropiche. Maggiore calore e anidride carbonica assorbiti influenzano però l'equilibrio chimico-fisico dell'ambiente marino che viene modificato: le temperature aumentano anche in profondità, cambia salinità, acidità e densità dell'acqua, quindi il flusso delle correnti con ripercussioni importanti non solo sugli organismi marini ma anche terrestri. Le correnti infatti giocano un ruolo importante nel pattern della circolazione atmosferica, agendo direttamente sul movimento delle masse d'aria in atmosfera.

Com'è noto, le alte temperature della superficie dell'Oceano Atlantico potrebbero alimentare perturbazioni più intense, anche uragani, tuttavia andrà valutato l'effetto di El Niño nei prossimi mesi. Una cosa è certa, neanche gli scienziati sanno prevedere con precisione cosa ci attende in questo "territorio inesplorato" che ci apprestiamo ad attraversare.

Dopo una laurea in Geologia ed un dottorato di ricerca presso l'Università degli Studi Roma Tre, ha lavorato come ricercatore presso altro…