“Il nucleare da fissione non serve a niente”, la posizione dei Verdi italiani non cambia, nemmeno dopo il voto per le elezioni europee

Intervista a Luca Boccoli, Fondatore e Co-portavoce Nazionale giovani europeisti verdi, candidato alle elezioni europee per Alleanza Verdi e Sinistra italiana.
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Francesco Castagna 11 Giugno 2024

Era da diversi anni che lo scenario politico italiano non subiva delle variazioni significative a livello di equilibri tra forze politiche. Dovevano arrivare le elezioni europee, che in Italia e in altri Paesi si sono tenute sabato 8 e domenica 9 giugno 2024, per rimettere in discussione tutto. Uno dei risultati più inattesi e imprevisti dai sondaggisti italiani riguarda la percentuale ottenuta da Alleanza Verdi e Sinistra italiana. Con circa il 6,8% entra nel Parlamento Europeo, ottiene 6 seggi (ovvero sei eurodeputati) e, allo stesso tempo, un largo consenso. Si tratta di un risultato in controtendenza rispetto alle percentuali ottenute dai partiti dei Verdi in Europa, in particolare in Francia e in Germania.

Per le elezioni europee avevamo intervistato Benedetta Scuderi di AVS, per commentare il risultato post-elettorale e che tipo di politiche porteranno in Parlamento UE abbiamo sentito Luca Boccoli, Fondatore e Co-portavoce Nazionale giovani europeisti verdi e nella dirigenza nazionale di AVS.

Boccoli, che ne pensa di questo risultato che avete ottenuto?

È straordinario, quasi il 7% in un quadro europeo che vira a destra. Noi andiamo in controtendenza con il voto fuorisede che indica il 40% del consenso nei nostri confronti, è chiaro che c'è stato un voto giovanile forte e un posizionamento chiaro su temi come la pace in Palestina e sulla questione climatica e sociale. Siamo riusciti, secondo me, a coniugare le istanze sociali con quelle ambientali. Tutto ciò ha premiato.

Mi racconta un aneddoto della notte elettorale quando avete saputo del risultato? 

Abbiamo brindato con lo spritz, ci siamo messi a bere ma questa volta non per dimenticare. Anzi, per ricordare benissimo. È un risultato che non si aspettavano in tanti, io invece sì. Ero convinto e l'ho detto che secondo me queste erano le cifre. Nessun sondaggista ci aveva dati così alti, l'unica analisi che ci ha preso è stata quella della LUISS, che ci ha dati al 6,5%.

Perché siete in controtendenza con gli altri partiti Verdi in Europa? 

In realtà i Verdi sono andati male in Germania e in Francia, negli altri Paesi più o meno hanno retto. Ovviamente essendo questi i due Paesi europei che esprimono più eurodeputati, quando lì i Verdi perdono tanto, è chiaro che i parlamentari dei Verdi europei sono di meno. Sicuramente, per quanto riguarda i Verdi in Germania, c'è da dire che purtroppo lì non ha pagato il posizionamento sulla questione Palestinese. Noi siamo molto votati dalle persone giovani e da attivisti, la questione palestinese in Germania ha contato molto. Secondo me poi, per quanto riguarda la nostra situazione, il fatto di correre insieme a Sinistra Italiana da due anni ci ha permesso di costruire un percorso comune in cui abbiamo manifestato all'esterno un senso di unità. Mentre c'è tutta una compagine politica che si spacca, con Calenda e Renzi che hanno litigato e si sono spaccati e tutta una serie di frizioni negli altri partiti, noi invece abbiamo dato un segnale di unità che è stato premiato.

Questo però non è un punto di arrivo, ma di partenza, da qui bisogna costruire adesso.

Quanto di questo consenso che avete ottenuto viene dai Fridays for Future? Nel 2018, quando sono nati, non tutti erano maggiorenni, mentre ora sì. Pensa che il consenso che avete ottenuto sia dovuto anche a una maggiore consapevolezza nei confronti dei temi ambientali? 

Io ero nei Fridays, poi nel 2019 ho fondato i Giovani Verdi, parlare di "voto trainato dai Fridays" direi no. Più che i Fridays come movimento, direi che sarebbe meglio parlare di persone attive nel mondo dell'ambientalismo. Sicuramente è di quell'area lì, ovvero è merito di persone che si sono formate nei Fridays e che poi magari hanno preso altre direzioni. Quello che abbiamo coltivato nel 2018, quel fermento a livello ambientale, sicuramente è un traino per queste elezioni.

Boccoli, tanta gente vi ha ringraziato sui social, qualcuno vi ha anche chiesto di aprire una riflessione sul nucleare dato il risultato. Qual è la vostra risposta? 

In Italia il nucleare non serve a niente. Siamo fermi su questo. Sulla ricerca per la fusione nucleare siamo assolutamente favorevoli, sulla fissione assolutamente no. Ci sono altre fonti di energia, penso al solare, all'eolico e al geotermico, che è una risorsa importante. I tempi di costruzione della filiera sono lunghissimi, la Finlandia è stato l'ultimo Paese a costruire una centrale nucleare in Europa e ci ha messo 19 anni. I costi sono altissimi, tra i 2 e i 3 miliardi di euro. Poi c'è il problema di trovare i siti di stoccaggio permanenti delle scorie nucleari.

A me dà fastidio una cosa sul nucleare, che ci sia una parte che taccia di antiscienza l'altra parte che è contro. Vediamo invece che a livello scientifico è un dibattito aperto, dove ognuno è libero di pensarla come vuole. Nel dibattito accademico ci sono scienziati e ingegneri energetici a favore e altri contro.

Come vi muoverete a livello europeo adesso?

Nei prossimi giorni ci saranno degli incontri con gli eletti al Parlamento europeo. Quello che mi aspetto è che si proverà a chiedere un'accelerazione del Green Deal per abbattere le emissioni e azzerarle entro il 2040.

E con questa attuale composizione del Parlamento UE si sente più o meno fiducioso?

Come Verdi abbiamo perso qualche parlamentare a livello europeo. Direi che continueremo a stare in opposizione, non riusciremo a creare una Commissione europea con questi numeri secondo me. Come italiani avremo più voce e speriamo di essere molto numerosi per fare pressione.

E a livello nazionale? Vi state organizzando per mantenere il risultato?

Assolutamente sì, una riflessione va fatta su come capitalizzare questo risultato. Su questo Bonelli e Fratoianni sono stati chiari in conferenza stampa, bisognerà capire come allargare questa alleanza e consolidarla anche sui territori. Il risultato va benissimo, perché vuol dire che stiamo lavorando bene e le persone lo hanno capito, poi però c'è da mettere a sistema questo lavoro anche sui territori, aumentando le persone che si sentono coinvolte dal progetto politico. Per me questa è una cosa fondamentale, la politica per troppo tempo si è fatta solo in televisione e sui territori è mancato quell'attivismo politico e partitico. Io penso che da questo importante risultato si debba cercare di aumentare sia la partecipazione che la rappresentanza sia istituzionale che territoriale.

Essendoci all'opposizione diversi partiti ambientalisti, secondo te qual è la caratteristica che vi rende unici? 

Credo la nostra coerenza da quando siamo nati come Verdi alla fine degli anni '80. Anche il programma di AVS è stato il più apprezzato dall'Italian Climate Network, un panel di tecnici e scienziati. Io penso che dal punto di vista ambientalista non ci siano dubbi su chi sia il partito di rappresentanza. Basta vedere anche in queste europee le persone che si sono candidate con noi: Giovanni Mori, Daniele Cicala. Credo che siano lo sbocco naturale e il punto di riferimento.

Cosa manca adesso in Italia dal punto di vista ambientale su cui spingerete nei prossimi mesi? 

Approvare una legge sul Clima. In Italia non esiste una legge sul clima che recepisca e che metta a terra la European Climate Law. Come AVS abbiamo presentato una proposta per inserire una legge italiana sul clima. Se non hai una legge che organizzi e gestisca i processi della transizione energetica in Italia è tutto inutile. Tra l'altro il nostro Paese non è assolutamente in linea con quello che richiede l'Unione europea.

Qual è la cosa che i ragazzi ti chiedono di più da quando fai attivismo? 

Mi chiedono cosa mi abbia spinto a fare politica. C'è tanta sfiducia nei giovani, e io ho risposto loro che proprio questo sentimento, che una volta riguardava anche me, mi ha portato a impegnarmi.