
Scienza e cultura al servizio delle Hawaii per ripristinare 120 miglia di costa, tra cui le barriere coralline, ma anche per renderli ancora più resilienti in futuro.
Il programma è molto fitto, ma l'obiettivo che si sono posti i ricercatori dell'Arizona State University (ASU) è altrettanto molto chiaro.
L'iniziativa si chiamerà Ākoʻakoʻa, avrà quindi nome hawaiano che tradotto significa sia "corallo" che "assemblare".
Entrando nel dettaglio, gli scienziati americani si concentreranno sul ripristino di 193 chilometri (120 miglia) di barriere coralline al largo della parte occidentale della Big Island delle Hawaii.
E voglio ricordati che come la maggior parte delle barriere coralline di tutto il mondo, i coralli delle Hawaii sono stati in rapido declino negli ultimi 50 anni a causa di pressioni antropiche come l'inquinamento, la pesca eccessiva e, naturalmente, gli impatti del cambiamento climatico indotto dall'uomo.
A disposizione sono stati stanziati 25 milioni di dollari di finanziamento e un aspetto chiave del programma sarà la costruzione di una nuova struttura di ricerca e propagazione dei coralli a Kailua-Kona sulla Big Island che contribuirà a facilitare le indagini scientifiche sulla salute dei coralli e la coltivazione di nuovi coralli a scopo di ripristino.
A parlare anche di quel che sarà il lavoro sulle coste delle Hawaii è stato Greg Asner, direttore del Center for Global Discovery and Conservation Science dell'ASU, ovvero colui che guiderà il programma Ākoʻakoʻa.
"Il nuovo programma espande ulteriormente questo lavoro diagnostico", ma concentra molti più sforzi sugli interventi che supportano le comunità delle Hawaii, sia coralli che umane, come un'unica forza".