Il Parco nazionale dei Virunga: da luogo di tutela della natura a campo di battaglia (dove perdono i buoni)

Poco più di un mese fa erano stati uccisi in un agguato sei rangers custodi del parco dei gorilla. Oggi è stata la volta dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo. Il Parco Nazionale del Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo, da anni ormai è un vero e proprio campo di battaglia ricco di preziosissima biodiversità.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Sara Del Dot 23 Febbraio 2021

Nelle ultime ore avrai sicuramente sentito parlare dell’agguato avvenuto in Congo nei confronti di un convoglio delle Nazioni Unite in cui sono stati uccisi l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, la sua guardia del corpo, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista che li stava accompagnando, Mustapha Milambo.

L’attentato è avvenuto presso il Parco nazionale dei Virunga un luogo della Repubblica Democratica del Congo celebre per rappresentare l’ultimo luogo di protezione dei gorilla di montagna ma anche, purtroppo, teatro di uccisioni e contese del terreno e delle sue risorse da parte di milizie armate.

Qui, l’ambasciatore viaggiava su un convoglio formato da due veicoli del World Food Programme, dal momento che si stava dirigendo proprio a vedere il programma di distribuzione di cibo nelle scuole del programma. Non aveva scorta perché quella strada è considerata sicura, quindi il viaggio era stato autorizzato così. Sulle due auto erano presenti sette persone. Sei uomini armati hanno attaccato la prima auto, guidata da Milambo con a bordo Iacovacci e Attanasio, sparando all’autista e portando i due passeggeri nella foresta. Lì, non c’è stato più nulla da fare. Altre tre persone che facevano parte del convoglio sono state rapite, hanno fatto sapere le autorità della Repubblica democratica del Congo, mentre un’ultima è stata sequestrata e poi ritrovata.

Solo poco più di un mese fa, era stata diffusa dalla direzione dello stesso Parco la notizia dell’uccisione di sei rangers guardiani dei gorilla, morti in un agguato senza avere avuto alcuna possibilità di difendersi. Erano solo gli ultimi di una lunga serie, dal momento che negli ultimi 25 anni sono stati oltre 200 i guardiani uccisi. E ora, non soltanto loro.

Il parco

Nato nel 1925 e patrimonio UNESCO dal 1979, nei suoi 7.769 km quadrati il Parco nazionale del Virunga è decretato in pericolo sin dal 1994, parte di una regione storicamente instabile al confine con il Rwanda, in cui si è tenuta la guerra africana tra il 1998 e il 2003. Custode di un importantissimo patrimonio di biodiversità, tra cui appunto rari esemplari di gorilla della montagna ma anche elefanti, scimpanzé, okapi e altri animali a rischio estinzione, è protetto da circa 800 rangers, anch’essi in costante pericolo di vita (almeno in 200 hanno già perso la vita). Non a caso, da semplici guardiani si sono trasformati in veri e propri soldati, guardie del corpo della natura.

Infatti questo luogo che non dovrebbe essere altro se non un paradiso di biodiversità è da anni un terreno di scontro tra gruppi armati, una vera e propria “polveriera” come è stato descritto da diversi media. Milizie armate ruandesi, congolesi e ugandesi, infatti, si contendono le preziosissime risorse presenti all’interno del perimetro del parco naturale, ma si arricchiscono anche attraverso rapimenti e richieste di riscatto di cooperanti di organizzazioni internazionali, preti o contadini.