Il Parlamento decide per il risparmio energetico. Dal primo maggio stretta a riscaldamento e condizionatori nella Pubblica Amministrazione

Dal prossimo primo maggio, negli uffici della Pubblica Amministrazione bisognerà abbassare la temperatura massima dell’aria condizionata. Lo ha deciso ieri il Parlamento, approvando un emendamento al Dl Bollette. E anche il prossimo inverno bisognerà abbassare di un grado il riscaldamento rispetto a oggi. Un ‘sacrificio’ da fare senza alcun problema, che ridurrà le emissioni e la spesa pubblica. Ma la norma andrebbe ampliata anche alle abitazioni e agli uffici privati.
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Michele Mastandrea 8 Aprile 2022

Per ridurre la nostra dipendenza dal gas – e in generale dalle fonti fossili – l'unica strada è aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Su questo, ormai, non c'è dubbio. Nel frattempo, però, c'è una necessario periodo di transizione da affrontare.

Spesso farlo non è semplice: anche se soffrire un pochino di freddo, riducendo i tuoi consumi, non dovrebbe preoccuparti quanto l'urgenza di limitare le emissioni. Inoltre, la guerra e le possibili future interruzioni delle forniture di gas rischiano di doverci abituare, volenti o nolenti, a temperature differenti.

Nelle ultime settimane, il governo ha deciso di aumentare l'importazione di gas da altri Paesi. Una scelta di emergenza, ma comunque discutibile. Come ha infatti ricordato il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, ogni utilizzo ulteriore delle fonti fossili è un grave problema per il pianeta.

La decisione del Parlamento

Ci sono inoltre alternative. Investire con maggiore rapidità sulle rinnovabili, di nuovo. Ma anche abbassare i nostri consumi energetici non necessari è una delle strade da intraprendere. Qualche settimana fa ti ho parlato dell'ipotesi di tornare almeno in parte allo smart working per ridurre i consumi degli uffici. Un'opzione finora non presa in considerazione, nonostante i benefici che produrrebbe.

Nella giornata di ieri, un colpo su questo fronte lo ha battuto il Parlamento. È stato infatti approvato un emendamento al Dl Bollette per cui negli uffici pubblici, scuole comprese, bisognerà rivedere al ribasso il riscaldamento invernale, così come il condizionamento dell'aria in estate. Ospedali, case di cura e cliniche saranno esclusi.

I nuovi limiti

Le nuove norme entreranno in vigore dal prossimo primo maggio, fino al prossimo 31 marzo 2023. Gli uffici della Pubblica Amministrazione di ogni tipo dovranno impostare l'aria condizionata a non oltre 27 gradi, con un margine di tolleranza che arriverà fino a 25. In inverno, invece, il riscaldamento non potrà eccedere i 19 gradi, con un margine di tolleranza fino a 21. Fino a oggi, il range tollerato era tra i 20 e i 22 gradi in inverno e tra i 26 e i 28 gradi in estate.

Si tratta di misure che potrebbero da sole valere circa 1 miliardo di metri cubi di gas risparmiati. Circa il 3% della materia prima che importiamo dalla Russia ogni anno, per fare un esempio. E non sono un grande sacrificio: le minori emissioni climalteranti e il risparmio in bolletta per le casse pubbliche dovrebbero convincerti che si tratta di un passo nella giusta direzione.

In futuro però, sarà importante estendere anche agli uffici, alle aziende e alle abitazioni private questa misura. E a prescindere dal contesto attuale di guerra, che ha giustificato questa decisione. I benefici sono così evidenti sotto tutti i punti di vista, che non c'è motivo per non provare a rendere il provvedimento strutturale.