Si tratta di un'enorme discarica nucleare situata a Nord dell'Inghilterra che si estende per oltre 6 kmq, precisamente sulla costa della Cumbria. Il suo nome è "Sellafield" e in sostanza si tratta del più grande deposito di plutonio esistente al mondo. E nel suo piccolo per la comunità regionale nord inglese è visto come il cuore dell'economica. Infatti sono circa 11mila i suoi lavoratori e in termini salariali, gli stipendi offerti sono i più alti rispetto alla media economica proposta in quel luogo.
Questa "Narnia del nucleare" così ribattezzata da un dipendente della ditta, gestisce lo spostamento e lo smaltimento di scorie radioattive dal 1959. Scorie che sono arrivate anche da Paesi come l’Italia. Tutto il lavoro di immagazzinamento e smaltimento di questa tipologia di rifiuti richiede, poi, un lavoro costante, al punto tale che si prevede anche entro che anno questo centro dovrà, per forza di cose restare attivo, ovvero fino al 2130. E infine vengono gestiti anche tanti piani d'emergenza da usare nel caso la Gran Bretagna sia attaccata militarmente o sia di fronte a un disastro.
Ora il tema centrale del racconto sappiamo che non è questo, ma era una premessa importante da dover fare per comprendere meglio il valore strategico che questo grande centro nucleare ha per l'Inghilterra, l'Europa e nel suo piccolo per tutta la comunità che risiede nei dintorni.
Arriviamo alla notizia. L’impianto di Sellafield ha una perdita sempre più grave, da un enorme silo, di scorie radioattive che potrebbe rappresentare un grosso rischio per la popolazione. Queste preoccupazioni sono emerse in Nuclear Leaks, un’indagine del Guardian, durata un anno sui problemi che vanno dall’hacking informatico, alla contaminazione radioattiva e alla cultura tossica del posto di lavoro nella vasta discarica nucleare. Sempre secondo il media britannico la perdita di liquido continuerà almeno fino al 2050.
Tutto ciò potrebbe avere “conseguenze potenzialmente significative” se la fuoriuscita dovesse aumentare poiché il rischio sarebbe quello di una contaminazione delle falde acquifere. E inoltre nella parte conclusiva del rapporto rilasciato viene affermato che gli eventi che potrebbero innescare un rilascio nell'atmosfera di rifiuti radioattivi presso l'impianto includono esplosioni e incidenti aerei.
La preoccupazione internazionale per i suoi standard di sicurezza è tale che i funzionari statunitensi hanno segnalato come alcune infrastrutture del luogo siano pericolanti e potenzialmente inagibili.
Sempre secondo gli americani sono state evidenziate: le perdite dovute a crepe nel cemento in stagni tossici e la mancanza di trasparenza da parte delle autorità britanniche sui problemi del sito, nonostante il fatto che il Regno Unito e gli Stati Uniti abbiano una relazione decennale sulla tecnologia nucleare.
La gestione di Sellafield rischia anche di far incrinare i rapporto istituzionali tra Inghilterra, Irlanda e Norvegia anche perché, queste, sarebbero le prime due nazioni direttamente interessate da un ipotetico problema legato alla fuoriuscita di liquido radioattivo.
La Norvegia teme che un eventuale incidente nel sito possa avere conseguenze devastanti per la produzione alimentare e per la fauna norvegese, in quanto la nube radioattiva potrebbe raggiungere il Paese in meno di 12 ore.
Sellafield preoccupa anche l’altra vicina, l’Irlanda, che ha denunciato le carenze del sito e il suo impatto ambientale a un tribunale delle Nazioni Unite già nell'ormai lontano 2006.