Il Polo Nord non ha più ghiaccio: la scoperta italiana di un gruppo di ricercatori

Un team di ricercatori del Cnr si è spinto fino al Polo Nord per studiare i mutamenti dei ghiacciai a causa del cambiamento climatico. L’interesse è anche quello di tracciare la presenza o meno delle microplastiche. Purtroppo al loro arrivo hanno fatto anche un’altra spiacevole scoperta.
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Mattia Giangaspero 21 Settembre 2023

Non è mai accaduto che dei ricercatori italiani riuscissero a raggiungere il Polo Nord geografico. Infatti fino a ora il punto più lontano raggiunto è stato quello delle isole Svalbard tra Norvegia e Groenlandia. Però qui finisce la parte buona, positiva del racconto.

I ricercatori sono stati in gradi di prelevare dei campioni per studiare al meglio i mutamenti dei ghiacciai, anche se è arrivato un primo riscontro direttamente da loro, da quello che hanno potuto osservare: "È rimasto pochissimo ghiaccio marino".

 “Ciò che accade a questo ecosistema riguarda anche noi, non rimane confinato all’Artico. Per questo motivo essere arrivati a fare ricerca a questa latitudine rappresenta una tappa fondamentale per lo studio dei cambiamenti climatici”. 

Queste le loro parole durante la ricerca realizzata dall'Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp)

Il team di ricerca della spedizione era composto da: Carlo Barbante, direttore Cnr-Isp; Maurizio Azzaro, coordinatore del progetto e responsabile della sede Cnr-Isp di Messina; Francesco Filiciotto, ricercatore Cnr-Isp e Alessandro Ciro Rappazzo, tecnico Cnr-Isp. Il team di ricerca è arrivato al Polo Nord geografico alla fine di agosto a bordo della rompighiaccio “Le Commandant Charcot” della compagnia Ponant.

Tornando invece a parlare della notizia che più preoccupa, ovvero la poca presenza di ghiacciaio marino, gli stessi ricercatori hanno commentato che molte zone che prima erano quasi del tutto inperlustrabili a causa della grande presenza di coperture glaciali, adesso invece è possibile attraversarle.  “È veramente impressionante navigare a queste latitudini e trovare così poco ghiaccio marino, un segno evidente del riscaldamento globale”, prosegue Carlo Barbante. “Ciò che accade a questo ecosistema riguarda anche noi, non rimane confinato all’Artico. Per questo motivo essere arrivati a fare ricerca a questa latitudine rappresenta una tappa fondamentale per lo studio dei cambiamenti climatici”. 

Parlando invece della ricerca italiana, il Cnr si è spinto fino alla punta più a Nord per compiere altre ricerche idrografiche dell'Artico, ovvero quelle di tracciamento delle microplastiche anche in quel sistema glaciale. L'interesse è quello di capire quanto l’Oceano artico sia compromesso dalla minaccia della plastica. Non ci resta che aspettare, a breve avremo notizie di quanto è stato scoperto.