Il Puppy Yoga è illegale, perché il Ministero della Salute ha dichiarato l’attività “non consentita”

Il Puppy Yoga è stato dichiarato non a norma dal Ministero della Salute perché le attività ludico-ricreative possono coinvolgere solo animali adulti. La decisione, secondo l’etologa Chiara Grasso, è “uno schiaffo in faccia all’antropocentrismo”.
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Evelyn Novello 30 Aprile 2024

Lezioni di yoga, o pseudo-tali, animate da simpatici cuccioli di cane. Questo era il Puppy yoga e l'imperfetto ora è d'obbligo perché proprio ieri il Ministero della Salute ha dichiarato questa attività illegale. Il Capo Dipartimento One Health, Giovanni Leonardi, con una nota interna, ha invitato le Regioni a vigilare affinché non vengano erogate pratiche con finalità ludico-ricreative che coinvolgano cuccioli.

Come si può leggere nel documento, il Puppy yoga, essendo finalizzato "al benessere della persona" rientra nell’ambito delle Attività Assistite con gli Animali (AAA) regolamentate dalle Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali frutto dell'Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. A definire il Puppy yoga illegale è la clausola per cui "gli animali coinvolti in IAA siano soggetti adulti, condizione necessaria a tutelare la salute e il benessere degli animali oltre che la sicurezza dell’utenza".

Per il fatto che si tratta di cuccioli, quindi, questa attività non è più consentita e, per questo, il Ministero ha invitato le Regioni e Province autonome "a vigilare affinché eventuali pratiche di Attività Assistite con gli Animali con l’impiego di cuccioli non vengano erogate". Una vittoria contro lo sfruttamento indiscriminato di animali per il solo raggiungimento del profitto di allevatori e di associazioni che proponevano questi corsi.

La dott.ssa Chiara Grasso, etologa, ha commentato la notizia definendola "uno schiaffo all'atroponcentrismo e a chi utilizza gli animali per fare business, compresi gli allevatori che speculano sui cuccioli" e ha aggiunto che questa decisione del Ministero "ci fa capire quanto l'educazione sia l'unica vera arma che abbiamo per generare il cambiamento". L'argomento, infatti, aveva già suscitato critiche da più parti, soprattutto dopo che sono emerse le condizioni in cui questi animali erano costretti a vivere.

Il Puppy yoga, spacciato per momento di benessere e di socializzazione, si basa su pratiche di sfruttamento che potremmo definire lampanti. I cuccioli sono quasi sempre di razza e provenienti da allevatori che li "prestano" a questi corsi di yoga per intrattenere il pubblico. Si tratta di cani, che, spesso, non hanno raggiunto le 8 settimane di vita necessarie per essere tolti dalla madre e per essere vaccinati. Quest'ultimo è un punto importante perché, entrare in contatto con più persone, espone degli animali così piccoli a possibili contagi e problematiche di salute.

Come ti avevamo raccontato, un'inchiesta inglese aveva già evidenziato lo stress animale che sottosta al Puppy Yoga. Si parlava di ore di "lavoro" in cui i cani sono privati di sonno e di acqua e obbligati a continue interazioni sociali con estranei, attività che può dar luogo anche a problemi comportamentali. Ora possiamo dire che, finalmente, almeno in questo caso, la tutela degli animali ha avuto la meglio.

Fonti | Ministero della Salute, Anmvi