Il ritorno dei cervi italici: sopravvissuti finora solo in provincia di Ferrara, verranno reintrodotti in Calabria

I primi 20 esemplari del nuovo nucleo sono stati rilasciati nel Parco regionale delle Serre, e altri 40 arriveranno entro il 2025 con l’obiettivo di salvare la specie endemica del nostro Paese dall’estinzione. A oggi ne rimangono solo 300 esemplari Bosco della Mesola, in provincia di Ferrara.
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Martina Alfieri 30 Marzo 2023

L’Italia è un paese ricco di biodiversità e di specie endemiche, che vivono nella nostra penisola e in nessun altra parte del Pianeta. Tra queste c’è il Cervus elaphus italicus, comunemente chiamato cervo italico o cervo della Mesola.

Questo particolare cervo, infatti, negli ultimi tempi resisteva solamente nella riserva del Bosco della Mesola, in provincia di Ferrara. Proprio a marzo, grazie a un progetto di reintroduzione, 20 esemplari sono stati rilasciati in Calabria, nel Parco regionale delle Serre.

Si chiamaOperazione Cervo Italico l’intervento di conservazione della specie che prevede, entro il 2025, l’introduzione di almeno 60 esemplari di Cervus elaphus italicus in Calabria. I primi 20 cervi, arrivati dall’Emilia-Romagna, sono appena stati rilasciati con successo nel nuovo habitat, un’area naturale risultata idonea per la loro sopravvivenza e, si spera, per la loro riproduzione.

Mentre un tempo il cervo italico era diffuso in varie parti d’Italia, oggi resistono, esclusivamente nel Bosco della Mesola, gli ultimi 300 esemplari che però, trovandosi in condizioni di “isolamento genetico”, sono minacciati dal rischio di consanguineità, di modificazioni dell’habitat e di epidemie.

Per garantire la piena sicurezza degli animali trasferiti in Calabria, l’Operazione ha richiesto l’intervento di numerose realtà: i Carabinieri Forestali, gestori della Riserva Naturale Bosco della Mesola, che hanno garantito il trasporto e la sorveglianza durante il rilascio, il Parco Naturale Regionale delle Serre, l’Università di Siena, riferimento scientifico del progetto, il WWF Italia come coordinatore operativo, DREAM Italia, ente di studi faunistici con esperienza nella gestione degli ungulati, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana e il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

Grazie alla collaborazione tra più enti e istituzioni, la missione è quella di salvare dall’estinzione una sottospecie del tutto unica: tutti i cervi presenti nel resto della penisola sono, infatti, cervi europei (Cervus elaphus hippelaphus) introdotti in Italia a partire dal secondo dopoguerra e oggi in progressiva espansione”, spiega il WWF.

I progetti di reintroduzione sono indispensabili per tutelare la biodiversità autoctona: proprio uno di questi – il Progetto Lince Italia – consentirà il ritorno, sulle Alpi, della lince eurasiatica, il mammifero più raro del nostro Paese.