Torna il mammifero più raro d’Italia sulle Alpi: la ‘Lince Euroasiatica’

In cantiere è previsto un progetto per rafforzare la popolazione del raro felino in Italia. Ci sono dei Paesi donatori e dei progetti di coordinamento tra Carabinieri forestali e Unione Europea. Vediamo insieme di cosa si tratta.
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Mattia Giangaspero 13 Marzo 2023

Alcune volte fa bene forzare la natura e ripopolare determinate zone da animali che non le abitano più. Questo è quanto sta accadendo sulle Alpi Giulie con la Lince Euroasiatica. I Paesi donatori, ovvero Svizzera e Romania, a seconda di come procederanno le varie attività di cattura che si stanno effettuando, i rilasci sul territorio avverranno in un periodo compreso tra marzo e fine aprile. È senz'altro un'operazione complessa soprattuto perchè dopo il ripopolamento della zona ci sarà anche una fase di monitoraggio grazi all'utilizzo di dispositivi quali GPS e campioni genetici. Questo tipo di attività, inoltre, si inserisce nella "Campagna ReNature del WWF". La nota

 Che sostiene il progetto e la cui missione è quella di invertire la perdita di specie e habitat, tutelare e ripristinare la Natura per conseguire entro il 2030 l’obiettivo di un mondo nature positive, come sancito dalle principali convenzioni internazionali.

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La Lince Eurasiatica è, in questo momento, il mammifero più raro del panorama faunistico italiano e infatti rischia di scomparire dal nostro Paese. Per questo i Carabinieri Forestali con il supporto del “Progetto Lince Italia”, del WWF, della Regione Friuli-Venezia Giulia hanno deciso di provare a cercare una strategia efficace che salvaguardi l'intera specie.  È nato infatti un altro progetto che si chiama “ULyCA2”  e prevede un coordinamento a livello internazionale, quindi anche con l'Unione Europea che porta alla prevenzione di una possibile estinzione della lince nei Monti Dinarici e nelle Alpi Sud-Orientali “con misure di rinforzo e conservazione da Svizzera (Giura), Romania (Carpazi) e Croazia (Monti Dinarici).

Gli animali saranno rilasciati in Foresta di Tarvisio (UD) in Friuli Venezia Giulia, territorio storico per la presenza di questa specie in Italia. Dal punto di vista biogeografico si trova in una posizione chiave per gli obiettivi e gli sforzi di conservazione di questa specie nelle Alpi e in Europa.