Il ritorno del virus West Nile in Italia: dove si sta diffondendo e quali sono i sintomi

Il virus del West Nile torna a preoccupare l’Italia con nuovi casi in diverse regioni e un decesso confermato. Trasportato dalle zanzare, può causare sintomi lievi ma anche gravi complicanze neurologiche.
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Redazione Video Ohga 23 Luglio 2025

In Italia torna a far parlare di sé il virus West Nile (o virus del Nilo Occidentale), trasmesso all’essere umano attraverso le punture di zanzare infette. L’infezione può risultare innocua o provocare disturbi come febbre, cefalea, nausea e affaticamento. Tuttavia, in forme più gravi, può portare a complicanze neurologiche serie come l’encefalite, che può avere esiti fatali.

Nel 2025 il virus è stato individuato in diverse regioni italiane: in Campania sono stati confermati 8 contagi, mentre nel Lazio si sono verificati 7 casi nel mese di luglio, tra cui il decesso di una donna di 82 anni a Fondi, in provincia di Latina.

La circolazione virale è stata segnalata anche in Sardegna, Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, territori già interessati da focolai negli anni scorsi. L’infettivologo Matteo Bassetti, intervenuto con un video su Instagram, ha ricordato che il virus è presente da tempo nel nostro Paese: “Occorre proteggersi dalle punture usando repellenti, zanzariere e dispositivi elettrici – ha spiegato il direttore del reparto di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova –. Oggi se ne discute perché c’è stato un decesso, ma è da 15 anni che il virus rappresenta un problema per l’Italia”.

Sintomi dell’infezione da West Nile

Il virus West Nile provoca un’infezione che nella maggior parte dei casi (circa l’80%) non dà sintomi visibili. Il restante 20% può avvertire disturbi lievi e simili a quelli di un’influenza, come:

  • febbre
  • mal di testa
  • nausea e vomito
  • dolori articolari o muscolari
  • stanchezza generale
  • sfoghi cutanei
  • linfonodi gonfi

Questi sintomi compaiono di solito tra i 2 e i 14 giorni dopo la puntura di una zanzara infetta (generalmente del genere Culex) e tendono a sparire spontaneamente nel giro di qualche giorno. Tuttavia, anziani, immunocompromessi o persone con malattie croniche (es. diabete, ipertensione) possono sviluppare forme cliniche più gravi.

Le complicazioni più serie si manifestano in meno dell’1% dei casi e includono febbre elevata, forti dolori alla testa, debolezza, confusione, tremori, disturbi visivi, torpore fino a paralisi o coma. In circa 1 caso su 1000, si può sviluppare una encefalite, una condizione potenzialmente letale.

Dove si è diffuso il West Nile nel 2025

Dall’inizio dell’anno, i contagi umani sono stati segnalati in:

  • Lazio: 7 casi a luglio, tutti nella provincia di Latina, tra cui una vittima di 82 anni.
  • Campania: 8 persone infettate nella zona di Baia Domitia, in provincia di Caserta.
  • Emilia-Romagna: 2 casi nella provincia di Modena.
  • Piemonte: 1 caso neuro-invasivo registrato in provincia di Novara a marzo.

Oltre agli esseri umani, il virus è stato individuato anche in insetti e animali. Le attività di sorveglianza sanitaria su zanzare, uccelli selvatici e cavalli hanno confermato la presenza del virus in diverse province: Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Torino, Pavia, Lodi, Cremona, Mantova, Venezia, Rovigo, Padova e Oristano. Le informazioni derivano dal rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità del 17 luglio 2025.

Perché il West Nile è una minaccia ricorrente

Il virus è stato scoperto in Italia nel 1998, ma solo a partire dal 2008 è stato riscontrato regolarmente in zanzare, uccelli, cavalli e persone nella zona del fiume Po. Dal 2018 in poi, i focolai si sono intensificati e il numero di contagi è aumentato in modo costante.

A favorire la diffusione del virus ci sono vari fattori ambientali, come l’aumento delle temperature e la presenza di acque stagnanti, condizioni ideali per la proliferazione delle zanzare.

Le raccomandazioni sanitarie includono:

  • uso di repellenti
  • installazione di zanzariere
  • rimozione dell’acqua stagnante
  • disinfestazioni nei luoghi a rischio
  • Il periodo di massimo rischio per l’uomo va da luglio a settembre, quando le zanzare sono più attive. Recenti studi hanno anche dimostrato che le zanzare infette possono sopravvivere nei mesi invernali se trovano riparo in ambienti chiusi.

Italia tra i Paesi europei più colpiti

Negli ultimi anni, l’Italia è diventata uno dei Paesi europei più coinvolti dalla circolazione del virus West Nile, che viene considerato endemico in ben 15 regioni, tra cui:

Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Nel 2024, sono stati registrati 460 contagi umani, 272 dei quali in forma neuro-invasiva, e 20 decessi