Il sale a tavola fa male e riduce le aspettative di vita

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Un nuovo studio, pubblicato di recente pubblicazione di uno studio sul European Heart Journal, lancia l’allarme sull’uso di sale in cucina. Esagerare con condimenti e alimenti troppo dicchi di cloruro di sodio può provocare l’insorgere di alcune malattia cardiovascolari e ridurre le aspettative di vita.
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Gaia Cortese 29 Luglio 2022

Consumare sale può influire sulle aspettative di vita di una persona? È la domanda che si è posto un team di esperti guidato dal professor Lu Qi della Tulane University di New Orleans, negli Stati Uniti. Un quesito che ha successivamente portato alla pubblicazione di uno studio sul European Heart Journal e che ha coinvolto ben 501.379 persone.

Ai partecipanti allo studio è stato chiesto di completare un questionario per capire con quale frequenza aggiungessero sale ai loro piatti e in quale quantità. Per ben nove anni i partecipanti sono stati scrupolosamente seguiti dai ricercatori, facendo in modo che altri fattori potenzialmente responsabili della comparsa di alcune malattie cardiovascolari, come il fumo, l’indice di massa corporea, l’assunzione di alcool, la sedentarietà non compromettessero i risultati finali.

L’obiettivo dello studio era quello di capire se l’aggiunta di sale potesse influire sull’aspettativa di vita in generale ed essere associata al rischio di mortalità prematura, vale a dire sopraggiunta prima dei 75 anni. E alla fine non ci sono dubbi: il sale a tavola fa male. Le cause sono le più svariate, ma quanto più di frequente si aggiunge il sale agli alimenti, tanto più si rischia la mortalità prematura.

Oltre al sale utilizzato normalmente per la cottura, bisogna considerare anche il sale aggiunto sui piatti per insaporirli, dall’insalata al piatto di carne, fino al contorno e via dicendo. Senza considerare che moltissimi alimenti contengono già una quantità di sale “nascosta”.

Oltre ai formaggi e agli insaccati, per esempio, una quantità di sale notevole è contenuta anche nel pane (ogni fetta di prodotto industriale contiene il 15 per cento del fabbisogno giornaliero di sodio), ma anche nella pizza, se si considera che in una pizza classica ci sono 775 mg di sodio ogni 100 grammi di prodotto. Per non parlare poi degli alimenti in scatola, delle minestre confezionate e di alcuni condimenti con il ketchup, la maionese e la salsa di soia.

Chi è solito condire troppo il proprio piatto, ha ben il 28 per cento in più di rischio di morte prematura, mentre chi fa un uso molto moderato di sale o addirittura non lo usa, garantisce al proprio organismo un certo benessere r riduce il rischio di soffrire di patologie anche gravi. Oltretutto, è una questione di abitudine: se abitui il tuo palato ad un uso eccessivo di sale, le tue papille gustative pretenderanno sempre più alimenti salati. Diversamente, impegnandoti nel ridurre il sale in cucina e anche nel leggere attentamente le etichette al momento della spesa, il tuo organismo ti ringrazierà.